L’aumento dei contagi Covid in tutta Italia potrebbe tradursi nell’introduzione di nuove restrizioni nelle regioni con una situazione epidemiologica peggiore: stando ai dati aggiornati a martedì 16 novembre, sarebbero quattro quelle a rischio di passare in zona gialla in questo mese.
Puglia
IL BOLLETTINO – Oggi in Puglia si registrano 379 nuovi casi di Coronavirus su 22.116 test con una impennata della incidenza dei contagi che rispetto a ieri sale dallo 0,7% all’1,7%. Due i decessi registrati oggi mentre i nuovi casi sono così distribuiti: 120 in provincia di Bari, 37 nella provincia Barletta-Andria-Trani, 18 nel Brindisino, 44 nel Foggiano, 59 nel Leccese, 89 nella provincia di Taranto. Altri tre casi riguardano residenti fuori regione, mentre per altri 9 la provincia di appartenenza è in corso di definizione.
Delle 3.784 persone attualmente positive in Puglia, 160 sono ricoverate in area non critica e 20 in terapia intensiva, un dato questo che resta nella media rispetto alle ultime settimane.
Se per la Puglia, in questa fase della diffusione pandemica, i dati sensibili relativi ai ricoveri sembrano essere ancora sotto controllo, seppur in preoccupante peggioramento, la situazione nel resto del paese appare decisamente più allarmante.
La situazione generale in Italia
Negli ultimi giorni gli occhi sono puntati sull’andamento dei contagi da Covid, ma soprattutto sull’incidenza e sui ricoveri ospedalieri nei reparti e in Terapia intensiva, elementi decisivi per far scattare eventualmente la zona gialla nelle aree più critiche. Un’ipotesi che negli ultimi giorni sta prendendo sempre più corpo, con alcune zone – a partire dal Friuli Venezia Giulia, che è al 14% per occupazione delle terapie intensive, rispetto alla soglia del 10%. Stessa preoccupazione che riguarda la provincia di Bolzano (dove i contagi continuano a salire). Dati che lasciano supporre un veloce cambio di colore e un’eventualità talmente concreta che molti governatori, in testa proprio Fedriga del Friuli Venezia Giulia con il lombardo Fontana, stanno provando a creare un deterrente per scongiurare il peggio e provare ad applicare nuove restrizioni o forme di lockdown solo per chi non è vaccinato sul modello austriaco. “Siamo ad un passo dalla zona gialla e il successivo passaggio a quella arancione sarebbe drammatico: è una cosa che non possiamo far pagare a quanti si sono disciplinatamente vaccinati“, ha affermato il governatore Fedriga.
Regioni a rischio zona gialla
Il territorio che rischia maggiormente è il Friuli Venezia-Giulia che, considerando l’incidenza (233 casi ogni 100 mila abitanti) e tasso di occupazione degli ospedali (14% le terapie intensive e 13% l’area medica) potrebbe lasciare la fascia bianca già lunedì 22 novembre. In Veneto l’incidenza dei contagi oggi sale al 6,6% con l’area medica occupata al 4% e le terapie intensive con 81 posti letto in più, dopo averli già aumentati da 495 a 520. Nella Provincia Autonoma di Bolzano, invece, l’area medica occupata è al 13% e le terapie intensive all’8%, una situazione per la quale la provincia autonoma corre il medesimo rischio per il lunedì successivo e lo stesso può dirsi anche per Liguria e Valle d’Aosta o le Marche che hanno subito un balzo di contagi nelle ultime ore: dopo il raddoppio di ieri, il bollettino di oggi registra 326 positivi, ben 100 in più del giorno precedente. Inoltre il tasso di incidenza cumulativo su 100mila abitanti oggi è a quota 108,50 (ieri era del 106,83).
Situazione in peggioramento, quali contromisure
Secondo l’Associazione italiana di epidemiologica, che ha rilevato “una situazione epidemica in grave peggioramento”, in tutte queste regioni si potrebbe superare l’incidenza di 250 positivi su 100 mila abitanti, la soglia per passare in zona gialla è fissata a 50. Cifre che un anno fa avrebbero portato alla zona rossa ma che, oggi, vanno incrociate con il numero di ricoveri.