Foggia: un mese bollente per capire chi sei… forse

Ormai ci siamo quasi. Dopo quattordici giornate di campionato, il Foggia si prepara a vivere l’ultimo sprint del girone di andata. Cinque partite distribuite in poco meno di un mese ( dal 21/11 col Campobasso al 19/12 con l’Avellino) in cui Zeman&co potrebbero finalmente trarre le conclusioni definitive sulla reale forza di questa squadra.

Il condizionale naturalmente è d’obbligo per diverse ragioni, ma su tutte una in particolare: Zdenek Zeman. Un nome una garanzia, ma per uno specifico motivo: quello di sbalordire in un senso o nell’altro. Del resto la storia parla chiaro, soprattutto quella in rossonero. Dalle promozioni galoppanti alle salvezze clamorose: la stagione 1992-93 è lì a ricordarcelo.

E’ facile dunque pensare che il boemo abbia una sorta di bacchetta magica, ma che naturalmente non possa funzionare ogni qual volta venga usata. Lo ha raccontato il libro del calcio, dello sport in generale e quindi la vita di ognuno di noi. Ma al netto di pericolose malinconie, il Foggia di oggi è arrivato (tra diverse difficoltà) alla soglia del girone di ritorno.

Un percorso articolato che ha mostrato i molteplici volti di questa squadra. Un gruppo di ragazzi sano, ma ancora lontano dall’idea principe del suo allenatore. Quindi è conseguenza più che logica pensare che il gruppo possa fare ben più di un solo passo in avanti.

Ma andiamo per ordine e partendo dai numeri. In quattordici giornate di campionato, il Foggia ha totalizzato: sei vittorie, sei pareggi e due sconfitte. Il tutto arricchito da 21 gol segnati e 13 subiti. Numeri che porterebbero i rossoneri a 24 punti in classifica e più precisamente al 5° posto: dietro solo a Turris, Monopoli, Palermo e Bari.

Certo, si tratta di amare proiezioni. Perché il TFN ha stravolto l’ordine generale delle cose e scaraventato il Foggia a 17 punti (20 dopo la vittoria di Catania). Ma nonostante gli imprevisti di percorso, la squadra rossonera non può che aver conservato gli effetti del campo. I quali hanno conclamato il gruppo come terzo attacco del campionato (dietro solo a Bari, Catania con 24 e Turris con 27) e quarta difesa del torneo.

Un valore quest’ultimo che ha raggruppato altre due squadre (Taranto e Juve Stabia) e posizionato i rossoneri dietro solo a Bari (12), Palermo, Monopoli, Virtus Francavilla (11), Catanzaro e Avellino (9). Due squadre, queste ultime, teoricamente appena sotto al Foggia di Zeman: TFN permettendo. Un dato inequivocabile, ma di certo figlio di un campionato ancora tutto da giocare o quasi.

Le prossime cinque gare, dove sono presenti proprio Catanzaro e Avellino, potrebbero rappresentare il bivio decisivo dell’intera stagione rossonera. Ma per scoprirlo bisogna prima fare i conti con un lungo cammino di 28 giorni. Poco meno di un mese, nel quale il Foggia affronterà nell’ordine: Campobasso, Vibonese, Catanzaro, Virtus Francavilla e Avellino. 

Gare che vedranno i satanelli allo Zaccheria in due occasioni (Vibonese e Virtus Francavilla) e in trasferta nelle restanti tre. Una serie di partite caratterizzate da un equilibrio tipico della realtà di ogni squadra del campionato. Nel quale, il Foggia avrà importantissime possibilità di fare bottino pieno in almeno tre appuntamenti dei cinque totali e giocarsela a viso aperto (stile Zeman) con le due pretendenti alla vittoria finale: Catanzaro e Avellino.

Due compagini che potrebbero definitivamente temprare la qualità del ferro di questa squadra, ma non prima di aver ottenuto determinate risposte dalle cosiddette avversarie “minori”. Perché la stagione fin qui giocata, ha dimostrato una certa difficoltà del Foggia nello stendere l’avversario (sportivamente parlando) nei momenti cruciali delle sue gare. Un aspetto quasi cronico e assolutamente da smussare. Ma allo stesso tempo, è stata in grado di uscire dal campo solo due volte con le ossa rotte: Turris (0-2) e Palermo (3-0).

Due sconfitte opposte tra di loro, ma ennesimo segnale di una certa ambiguità ancora da risolvere per la ciurma rossonera. Il risultato di questo mese bollente, potrebbe quindi delineare la vera natura del Foggia. Ma attenzione, perché il tempo continua ad essere ancora l’alleato più forte dei satanelli. Un valore aggiunto da non sottovalutare e durante il quale il boemo potrebbe finalmente trovare la giusta chiave mentale per aprire lo scrigno di un nuovo tesoro. Un forziere ricolmo non solo di lontani ricordi, ma di ritrovate emozioni. Del resto la storia insegna e chissà se anche questa volta non possa raccontarci un finale a sorpresa… Zeman permettendo.

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