Catania reduce da 6 risultati utili consecutivi, Foggia reduce da 5. Catania che ha vinto l’ultima contro la Vibonese, Foggia che ha conquistato gli ultimi tre punti contro la Paganese, Catania con mille problemi societari, proprio ieri il sequestro conservativo dei beni per oltre 2 milioni di euro, Foggia con 4 punti in meno in classifica per le vicissitudini in cui è incappata la società Canonico&Pintus. Un destino il loro che le ha messe una di fronte all’altra in questo preciso momento del campionato. In una cornice di pubblico meravigliosa si sono quindi affrontate al Massimino Catania e Foggia, due squadre che oggi avevano necessità di dire qualcosa a entrambe le tifoserie accorse sugli spalti e pronte ad incitarle.
Zeman ancora una volta mescola le carte in gioco. Formazione rimaneggiata a causa degli indisponibili: rientra Petermann al centro del campo e fa la sua apparizione dal primo minuto Merkaj, che sostituisce l’acciaccato Ferrante. Anche Baldini deve fare di necessità virtù perché oltre agli infortunati il suo Catania conta pure tre squalificati oltre all’assenza del capocannoniere Moro convocato per l’Under20. Due 4-3-3 disposti a specchio che si sono affrontati a viso aperto per tutti i 90 minuti e oltre in una partita dai due volti: primo tempo nettamente a favore del Catania e secondo più di marca foggiana.
Dati statistici alla mano, la maggior parte dei goal realizzati dal Catania fin qui si sono avuti nel primo tempo. E in questo non si è smentita nemmeno oggi. Comincia tutto al 14° quando Alastra appoggia male il pallone al suo compagno in area, di fatto regalando palla agli avversari che non la perdono fino all’azione del goal che arriva con Russini esattamente un minuto dopo. Tiro forte alla sinistra del portiere foggiano che proprio non arriva. Posizionato male? Forse. Fatto sta che oggi la sua prova è stata meno convincente delle altre volte.
A questo punto vorresti vedere la reazione del Foggia che invece tarda ad arrivare. Merkaj evanescente, Tuzzo incespica davanti alla porta e sbaglia almeno due reti, Curcio cincischia e tanti, tanti errori anche in fase di possesso palla. Squadre negli spogliatoi e ti torna in mente la statistica, cioè che tutte le volte in cui il Foggia è andato in svantaggio nel primo tempo – fin troppe da inizio campionato – non è mai riuscito a rimontare il risultato, riuscendo al massimo a portare a casa il pareggio.
Inizia la ripresa e Zeman fa da subito le sue sostituzioni: Ferrante al posto di Merkaj e Gallo per Maselli, anche lui oggi piuttosto inconcludente. Ma la partita non cambia finché non arrivano i cambi di Baldini: dal campo esce Russini che fino a quel momento aveva gettato scompiglio nel reparto difensivo rossonero, e il Foggia comincia a crederci. La posta in palio è troppo alta per lasciare i tre punti al Massimino. Così accade che su un calcio di punizione appena fuori dell’area di rigore Petermann sferra una staffilata che Sala non trattiene, sulla ribattuta s’avventa Gallo che la mette dentro. Primo goal tra i professionisti per lui. Gara riacciuffata dal Foggia e Catania in difficoltà ma senza più cartucce da poter sparare.
Da lì in poi due squadre allungate alla ricerca della vittoria e continui capovolgimenti di fronte. Si decide tutto al 93° con Ercolani che pecca d’ingenuità e atterra Ferrante in area. È lo stesso argentino che calcia dal dischetto trafiggendo l’estremo difensore etneo e regalando la vittoria al Foggia, in barba alla statistica e a coloro che non ci credevano. Nota dolente l’ammonizione di Curcio sul finire che, diffidato, salterà la prossima gara a Campobasso.
Risultato giusto? Personalmente non mi sento di affermarlo. Non sarei onesta. Il Foggia porta a casa i tre punti. Alla squadra di Zeman servivano come il pane perché a pagare non devono essere sempre i soliti noti…
Un ringraziamento speciale va ad Antonio Cintoli e ad Angelo Carboni, tifosissimi del Foggia, che con noi di Mitico oggi hanno dato i voti ai ragazzi e al tecnico.