Foggia: sintomi di pareggite? Forse il problema è un altro

Zeman e il gol. Chi avrebbe mai pensato che il problema potesse essere questo? Eppure all’ombra dello Zaccheria, il popolo rossonero continua a concentrarsi su quello che sembrerebbe essere il vero nodo in casa Foggia. Giù o sbagliato? Difficile dirlo. Del resto anche i numeri non offrono una risposta esaustiva. In dodici partite di campionato, la ciurma rossonera è riuscita a segnare più di un gol in sole tre occasioni: in casa col Potenza (4-1), ad Andria (0-3) e di nuovo allo Zaccheria con l’ACR Messina (3-1). 

Un dato eloquente che sbatte paradossalmente contro un fattore che fino ad ora si è dimostrato la vera costante della stagione: il gol. Una continuità che ha visto solo tre interruzioni in tutto il campionato: Monterosi Tuscia (0-0), Turris (0-2) e Palermo (3-0). Un paradosso appunto, dettato da una concreta capacità di arrivare davanti la porta, ma di non riuscire a mettere in saccoccia quanto prodotto. 

Allora la domanda nasce spontanea: è davvero questo il problema del Foggia? Le partite giocate potrebbero suggerire di sì. Le ultime tre uscite dei rossoneri hanno prodotto il medesimo risultato: 1-1. Anche questa una costante della stagione dei satanelli che si è ripetuta ben cinque volte su sei pareggi totali: unica eccezione contro il Monterosi Tuscia (0-0). 

Una serie di numeri che inevitabilmente hanno lasciato pensare ad un chiaro caso di pareggite acuta. Una conseguenza più che logica guardando le statistiche, ma che allo stesso tempo ha rischiato di offuscare il reale valore di questi risultati. Partite che hanno evidenziato un fattore centrale: una crescita difficoltosa, ma continua. 

Un progresso sornione partito col Monterosi Tuscia ed esploso nella sfida del San Nicola. Una prova concreta di cosa possa fare questa squadra, ma ancora ben distante da una solida continuità. Allora forse, la risposta alla nostra domanda potrebbe trovarsi altrove o quantomeno non solo nei risultati.

C’è qualcos’altro che continua ad ostacolare i rossoneri e a sottolinearlo (ancora una volta) ci ha pensato lui: Zdenek Zeman. Nella conferenza stampa di vigilia della gara di Coppa Italia contro la Fidelis Andria, il boemo si è concentrato su un aspetto in particolare: la convinzione. L’artefice di ogni conquista e per definizione linea guida di una crescita. 

“Secondo me — afferma l’allenatore — giochiamo troppo. In tutte le partite abbiamo avuto possesso e tirato in porta più degli altri. Ma il problema è che non riusciamo a realizzare”. Di certo parole già sentite e proprio per questo indicative: il problema c’è e l’obiettivo è risolverlo al più presto. In che modo? Le strade sono diverse, come le soluzioni offensive. 

Sul questo tema aggiunge: “Ferrante esterno? Nel calcio si può fare tutto. Ho sette attaccanti anche se adesso sono tre in meno. Però sono calciatori che si possono adattare e giocare nei tre ruoli d’attacco. Il problema è la mentalità nel cercare il gol, invece di costruire l’azione. Questo è un compito che dovrebbe svolgere il centrocampo”.

Le parole di Zeman sembrano esprimere un pensiero chiaro: non è un problema di calciatori, ma di interpretazione. Un passaggio fondamentale per arrivare a quel tanto agognato gioco corale. Un concetto che successivamente Sdengo riassume così: “ Io mi sforzo nel far capire che chi gioca davanti deve fare l’attaccante, mentre la costruzione è compito di centrocampisti e terzini. Alla fine dovremmo essere un 2-5-3. Però in questo momento non riusciamo a farlo, perché secondo me c’è preoccupazione”.

Ecco il vero ostacolo del Foggia di oggi. Antagonista per definizione di un fattore già evidenziato: la convinzione. “Io mi aspetto dei miglioramenti — continua l’allenatore — ma per fare questo bisogna convincersi e convincere i giocatori su quello che devono fare”. Insomma, poche parole ma chiare. Il cui obiettivo di giornata si chiama Fidelis Andria. La Coppa Italia ha raccontato una storia interessante fino ad ora: due vittorie con quattro gol seganti e zero subiti. Un dato di fatto solido quanto l’unica convinzione che caratterizza la gara di stasera: non serve un altro pareggio.