Foggia: le tue fatiche non sono finite e resta una domanda

Finalmente… ma forse è più facile dire che peccato. Perché il Foggia ha ufficialmente concluso il suo personalissimo tour de force di campionato e la carta carbone di questa intensa settimana ha lasciato segni profondi nell’immaginario collettivo rossonero. Un percorso di tre tappe tutte pugliesi (Monopoli, Bari e Taranto) dall’inevitabile impatto emotivo, ma soprattutto dall’elevato peso specifico. Le cui ragioni sono da ritrovare principalmente in due fattori.

Il primo è quasi puramente statistico: in tre derby il Foggia ha conquistato una vittoria e due pareggi. Una linearità di risultati che hanno permesso ai rossoneri di uscire imbattuti da questa settimana di fuoco. Un dettaglio non di poco conto, soprattutto considerando i temi che hanno accompagnato la squadra nel complesso percorso di avvicinamento ai derby giocati. Dalla discontinuità di prestazione a quel fragoroso 3-0 di Palermo. Nel mezzo l’inquietudine di un popolo preoccupato e forse già abbandonato ad affrettate conclusioni.

Ma nel marasma delle opinioni più disparate, il Foggia ha dimostrato di essere una squadra diversa e certamente lontana parente di quella vista al Barbera. Pochi giorni dopo la disfatta Pietro Martino ha affermato: “La partita di Palermo la considero una gara a parte”. Parole che tradotte significano “abbiamo fatto qualsiasi cosa per perdere”. Ma soprattutto, la squadra rossonera ha dimostrato un sensibile passo in avanti, verso quella continuità tanto cercata da Zdenek Zeman: secondo fattore.

Naturalmente un percorso ancora ben lontano dall’essere concluso, ma che nelle ultime tre gare ha visto affrontare critiche fasi di miglioramento. L’1-1 del San Nicola resta l’immagine più bella di questo inizio di stagione. Forse la “prova zemaniana” più concreta e vicina a quell’idea di gioco che Sdengo continua ad inseguire. Ma il pareggio col Taranto non è di certo un passo indietro, anzi. 

E’ un chiaro esempio di che cosa la squadra abbia bisogno per diventare davvero una realtà di alta classifica. Fare una grande prestazione come quella di Bari non basta: serve trasformare il singolo caso in una solida continuità. Questo è l’obiettivo che sta perseguendo il Foggia e che lo stesso Zeman si ostina a sottolineare ogni domenica. Parole di certo non figlie del caso e che gettano la luce su un concetto fondamentale: bisogna ancora lavorare.

Allora ecco che ricompare puntuale l’interrogativo più in voga di questo inizio di campionato: dove può arrivare il Foggia? Rispondere a tale domanda è la cosa più difficile da fare in questo momento. Forse un compito arduo anche per lo stesso presidente Nicola Canonico. Il quale nel post gara col Messina ha risposto così a tal proposito: “Credo che le prossime partite ci diranno chi siamo. Aspettiamo la dodicesima giornata e poi potrò rispondere con più serenità a questa domanda”.

Quale possa essere il pensiero del presidente rossonero francamente resta difficile da prevedere. I risultati (positivi) dell’ultima settimana hanno sicuramente avuto un impatto significativo nelle sue considerazioni, ma forse una risposta parziale potrebbe già averla data nel post gara di Bari. “Bisogna avere l’umiltà e la voglia di aspettare la crescita dei ragazzi”. 

Umiltà e voglia. Ecco le due colonne portanti sulle quali continuare a costruire il Foggia del presente. Peculiarità che non a caso appartengo allo stesso artigiano responsabile di questa argilla sportiva: Zdenek Zeman. Unico faro di una lunga traversata chiamata Serie C e che ora si appresta ad affrontare un’altra fatica stagionale.

Sabato 30 ottobre inizierà infatti, il secondo trittico di gare in poco più di sette giorni. Tre partite (Picerno, Fidelis Andria in Coppa Italia e Paganese) dall’indubbio valore per un motivo fin troppo chiaro: dare sostanza a quanto di buono fatto fino ad ora. Perché il campionato è ancora aperto e la Coppa Italia non è certamente un “imprevisto indesiderato”. 

Il derby con la Fidelis Andria vale l’accesso ai quarti di finale. Un passaggio importante verso un possibile obiettivo di stagione. Il quale oltre ad un trofeo garantirebbe degli effettivi vantaggi in ottica playoff. Un’eventuale vittoria comporterebbe l’accesso diretto al Primo Turno della Fase Nazionale. Un balzo in avanti che permetterebbe di superare agilmente i primi ostici turni. Allora ecco che il mantra di questo inizio di campionato, torna più forte che mai: avere calma. Perché la stagione deve ancora raccontare un’intera storia e il Foggia ha tutta l’intenzione di risultarne gradito protagonista.