Le Interviste di Mitico Channel – La deputata Rosa Menga su Green Pass, M5S, Conte e Gino Lisa. E tra cinque anni…

Abbiamo intervistato l’onorevole Rosa Menga, foggiana, eletta nelle liste del M5S ed attualmente iscritta al gruppo misto della Camera, appena rientrata da un viaggio istituzionale in Danimarca e Svezia

Onorevole Menga, perché si è recata in visita nei Paesi scandinavi?

Abbiamo sempre l’impressione che fuori dall’Italia le cose funzionino meglio e diversamente che da noi, ma nessuno sa esattamente perché e in che modo. Mi sono voluta confrontare personalmente con quanto avviene in questi Paesi. In particolare su come stanno affrontando il tema della vaccinazione anti-covid e quello della obbligatorietà della patente vaccinale, da noi definita green pass.  Voglio precisare fin da subito che da medico e da parlamentare non sosterrei mai posizioni no-vax, sono regolarmente vaccinata e ribadisco che la campagna vaccinale rimane lo strumento fondamentale per arginare la pandemia. Lo testimoniano i numeri in Italia e nel mondo. Quello che ho voluto invece approfondire è il tema della tracciabilità dei soggetti entrati in contatto con il virus.

L’on. Rosa Menga alla Copenhagen Business School

Quali differenze ha riscontrato e in che modo si sono regolati i Paesi che ha visitato?

La scelta intrapresa da Svezia e Danimarca per arginare e tracciare il virus è diametralmente opposta a quanto predisposto dal Governo Draghi. L’esecutivo italiano ha deciso di intraprendere restrizioni pesantissime, una su tutte il green pass obbligatorio per l’accesso ai luoghi di lavoro sia nel pubblico che nel privato e la sospensione senza stipendio per chi ne è sprovvisto. I Governi di Svezia e Danimarca hanno deciso di agire per “raccomandazioni”. Mi spiego meglio: in questi Paesi ci si affida al buon senso dei cittadini e al senso di responsabilità collettivo.  Il tasso di vaccinati nelle popolazioni danese e svedese è pressoché analogo, forse leggermente inferiore a quello italiano che ha raggiunto e superato l’80% . Quello che non si comprende è perché in Italia, con una adesione così alta e massiccia di persone alla campagna vaccinale e con l’attuale situazione epidemica meno preoccupante per numeri di contatto e per livello di occupazione nelle terapie Intensive si siano adottate decisioni politiche che danno luogo ad obblighi totalmente a carico dei cittadini.  Peraltro a questi obblighi non seguono in parallelo iniziative efficaci per tracciare la circolazione del virus. Ribadisco nuovamente come ho già detto in apertura che la campagna vaccinale rimane lo strumento fondamentale per arginare la circolazione del Covid-19 ma è altrettanto necessario realizzare un tracciamento efficace del virus mediante i tamponi. A mio avviso occorre che i tamponi vengano offerti gratuitamente alla popolazione, come viene fatto in Danimarca e in Svezia, altrimenti qualcosa, in termini di contagi ci sfuggirà inevitabilmente.

Quindi è tra coloro che chiedono che la Comunità si faccia carico del costo dei tamponi per chi non vuole vaccinarsi?

Certo, tamponi gratuiti sia per i vaccinati che per i non vaccinati. Anche i vaccinati possono ammalarsi e diffondere il Covid. Solo tracciando i contagiati possiamo controllare efficacemente la pandemia. Non sono soltanto io a chiederlo ma gli stessi virologi hanno sottolineato che per gli attuali numeri di morti in Italia il numero dei contagiati dovrebbe essere 4 o 5 volte superiore a quello che viene riportato nel bollettino giornaliero. Questa osservazione ci dice una cosa molto importante che evidentemente non tutti i contagi vengono individuati e questo anche per la scelta di avere introdotto il pagamento dei tamponi. Se ne fanno meno rispetto a quelli che andrebbero fatti per contenere efficacemente il virus. Inoltre, come è successo proprio in Svezia e Danimarca, anche in Italia andrebbe dichiarato fin da ora qual è l’obiettivo di popolazione da vaccinare raggiunto il quale poter poi eliminare l’obbligo del Green pass.

Chiarissima la sua posizione sul Green Pass. Rimaniamo brevemente ancora sulla politica nazionale. Si è appena conclusa una importante tornata elettorale con la vittoria, nelle principali città del centrosinistra. Nella nostra Provincia il ballottaggio di Cerignola si è concluso con la vittoria di Bonomi.

I dati ci dicono che dove vince il centrosinistra il contributo del M5S è alquanto irrilevante. Anche a Cerignola, ad esempio, la lista del M5S si attesta intorno all’1,9% dei consensi. Lì dove invece il M5S sceglie di correre da solo non ottiene dal PD alcun tipo di supporto. Questo risultato conferma quello che pensavo mesi fa e cioè che rinsaldare l’asse con il centrosinistra con lo scopo di scongiurare la risalita delle destre ha di fatto prosciugato i consensi che il Movimento aveva catalizzato. L’operazione di Giuseppe Conte capo politico del Movimento non ha portato i risultati sperati, perché è contro la natura del M5S diventare la stampella, peraltro spesso inutile di un partito di centrosinistra che era sempre stato combattuto nella precedente legislatura.

Un fallimento quindi della linea Conte

Il cambio di rotta all’interno del Movimento è avvenuto ben prima dell’avvento di Conte come capo politico. Non è stato Conte a dare il proprio imprinting al M5S ma è stato il Movimento, o meglio la sua classe dirigente, che ha indicato la linea politica e alla fine ha scelto l’uomo giusto per portarla, e l’uomo giusto era Conte.

Parliamo del nostro territorio. La sua attenzione si è anche focalizzata in particolar modo sulla vicenda del Gino Lisa. Ha recentemente presentato una interrogazione parlamentare sull’aeroporto di Foggia. Ci può illustrare i contenuti del documento che ha presentato?

La vicenda del Gino Lisa è da inquadrare in un più ampio contesto di carenze di infrastrutture che penalizza il Sud e la nostra Capitanata in particolare. Aeroporto, seconda stazione ferroviaria di Foggia, porto di Manfredonia, raccontano di una provincia peraltro così estesa e con caratteristiche oro-geografiche molto particolari, storicamente carente dal punto di vista dei collegamenti con il resto d’Italia e con l’Europa. Per ciò che riguarda l’aeroporto Gino Lisa di Foggia, quando Ministro delle infrastrutture era Toninelli, avevamo ottenuto l’attivazione della clausola SIEG (Servizio di Interesse Economico Generale) in quanto sarebbe stato sede della Protezione Civile Regionale. Proprio questa clausola ha consentito di sbloccare i lavori di allungamento della pista con un finanziamento di 14 milioni di euro di fondi europei che giacevano inutilizzati dal 2011. Tutto questo però è stato dimenticato e in campagna elettorale, Emiliano ha inaugurato in estate in pompa magna la nuova sede della Protezione Civile regionale a Modugno anziché a Foggia. A questo si aggiunge la mancanza, ad oggi, di un piano industriale per lo scalo aeroportuale foggiano che Aeroporti di Puglia non ha predisposto. Il legittimo sospetto è che non ci sia interesse da parte della Regione ad attivare il Gino Lisa. Come Parlamentare mi sono rivolta al Ministero dei Trasporti con una interrogazione per avere risposte circa la variazione della sede della Protezione Civile (da Foggia a Modugno). Occorrerà comunque attivarsi con la Regione, azionista di AdP, per fare in modo che si realizzino concretamente tutte le opportunità di contatti con le compagnie aeree. E’ chiaro che solo con il placet politico della Regione si potrà sperare di vedere atterrare gli aerei anche a Foggia. Non possiamo accontentarci di avere al Gino Lisa soltanto la sede della protezione Civile, dobbiamo assolutamente fare in modo su Foggia arrivino anche i voli commerciali.

Quali sono le tempistiche con le quali il Ministero risponderà alla sua interrogazione?

Purtroppo non ci sono tempi certi, abbiamo interpellanze ferme e in attesa di risposta da anni. Ho scelto di presentare questa interrogazione a Risposta immediata in Commissione e non in Aula perché è quella che dovrebbe garantire una risposta dal Ministero in tempi più veloci.  La calendarizzazione o meno di un procedimento è comunque una decisione politica. 

Dal territorio possono partire iniziative anche a sostegno della sua iniziativa parlamentare?

Certo, una campagna mediatica a sostegno del Gino Lisa può sicuramente aiutare a fare pressione ad esempio sulla Regione, così come sostenere anche con la semplice iscrizione l’attività Comitato vola Gino Lisa. L’invito che posso rivolgere ai miei concittadini e alle forze politiche locali è di attivarsi a sostegno di qualsiasi iniziativa venga intrapresa dal Comitato o da altri soggetti a favore del rilancio del Gino Lisa.

Un’ultima domanda Onorevole. Laureata in medicina, vincitrice ad un programma televisivo, ora deputato, tanta roba per una giovane donna non ancora trentenne. Come si vede Rosa Menga tra cinque anni?

(ride). Mi vedrei bene come moglie e come mamma. Ho bruciato diverse tappe, penso di non poter mancare questo obiettivo che rimane a mio avviso uno dei più importanti per la realizzazione di una donna.

Glielo auguriamo di cuore.