Martino: «Possiamo fare di più, ma siamo uniti… Monopoli? Vogliamo i 3 punti»

Sicuro, ambizioso e pragmatico. Pietro Martino non è soltanto una delle sorprese più gradite dell’inizio di stagione del Foggia, ma anche un uomo (oltre che calciatore) in grado di analizzare con saggezza matematica lo stato attuale della sua squadra. 

Sulla quale afferma: «Io credo che il gruppo stia facendo meno di quanto potesse fare. Perché le ambizioni della società e le nostre sono molto alte. Seconde me potevamo fare qualcosina di più a livello di punti. Però per quanto riguarda la coesione, posso assicurare che siamo un gruppo davvero unito. Insieme vogliamo raggiungere l’obiettivo prefissato tra di noi. Invece per quanto riguarda me, posso dire di essere discretamente contento. E’ il mio primo anno tra i professionisti e già aver fatto gol alla sesta giornata e riuscire a giocare con continuità è importante per me». 

Inequivocabile. Del resto Martino ha sempre dato grande prova della sua solida determinazione in campo e ora anche fuori. Il ché non ha certamente dispiaciuto il maestro di questa orchestra rossonera: Zdenek Zeman. Un faro umano oltre che sportivo col quale il giovane terzino ha decisamente un buon rapporto. 

«Zeman è un maestro e quindi di conseguenza viene quasi naturale seguirlo in tutto quello che ti dice. Paolo Mandelli che è stato un mio allenatore, prima di venire qui mi ha detto “quando il Maestro ti dice buttati nel fuoco, tu fallo”. Io sto cercando di interpretare parola per parola, quello che mi è stato detto. Cerco di seguire tutti i consigli che mi dà e stare il più possibile attento a quello che mi chiede. Il nostro è buon rapporto anche perché mi sta dando fiducia e questo mi fa onore: sono molto contento».

Poi un pensiero sul derby col Monopoli. «Sicuramente come ogni partita del girone sarà ostica. Loro sono partiti molto forte e di conseguenza ci aspetterà una gara complicata. Poi è un derby e questo spiega già tutto. Noi ci stiamo preparando al meglio cercando di capire i loro punti forti e deboli. Faremo di tutto per portare a casa i tre punti». 

Sull’importanza di comprendere cosa sia un derby dalle parti dello Zaccheria aggiunge: «Sicuramente tra di noi non parliamo di questo. Perché credo che sia importante riflettere partita dopo partita, senza fare calcoli e mettersi ansia addosso. E’ chiaro che ognuno di noi si sia fatto un’idea di quello che ci aspetta e di conseguenza sapere anche cosa fare in queste circostanze. E’ un qualcosa di cui non si parla, ma si sente in ognuno di noi».

Sulle difficoltà avute dalla squadra continua: «Sicuramente il fatto di avere solo tre giocatori della passata stagione ha influenzato la nostra partenza con qualche punto perso. Ma sotto l’aspetto mentale e fisico la squadra sta bene. Anche perché la partita di Palermo la considero una gara a sé. E’ un 3-0 dove la squadra avversaria non ci ha messo sotto ed è stato deciso da nostri errori. Comunque mettere insieme trenta giocatori nuovi è molto complicato e fare quello che chiede il mister non è facile. Quindi penso che sia solo questo il problema». 

Poi un’analisi sulla sua posizione in campo. «Mi trovo meglio a destra, soprattutto perché la tecnica non è la mia caratteristica principale e riesco ad andare sul fondo con più facilità e a crossare. Invece sulla sinistra riesco a giocare di più sfruttando l’uno-due per entrare nel campo rubando il tempo al difensore». 

Infine un pensiero sulla differenza tra Serie C e D e l’emozione del suo primo gol tra i professionisti. «Sicuramente la differenza c’è ed è ovvio. Ma fino ad ora, difficoltà non ne ho trovate. Perché con la preparazione che facciamo con il mister e gli allenamenti siamo sicuramente avvantaggiati dal punto di vista fisico. La differenza che ho trovato è che tutte le squadre sono molto organizzate e di conseguenza devi sempre trovare l’escamotage per superarli. Però c’è molta similitudine nel ritmo. Magari in Serie D lo mantieni per un tempo, qui invece lo fai per tutta la gara. Poi naturalmente la qualità dei giocatori di squadre blasonate».

Sulla rete segnata contro il Messina afferma: «Per dieci minuti non ho capito nulla. La dedica è stata speciale, perché mio padre è venuto a mancare circa un anno e mezzo fa e mi avrebbe fatto piacere se fosse stato lì a vedere il mio primo gol o comunque qualche partita tra i professionisti».