Nel mese di giugno del 1951 ci fu il primo grande esodo della tifoseria foggiana per una partita di calcio e avvenne in occasione dello spareggio con lo Stabia per accedere in serie B. Nel girone D di serie C, i Satanelli terminarono il campionato con 52 punti appaiati con le Vespe. Dopo un duello avvincente, durato gran parte della stagione, le due squadre si giocarono la serie B in un incontro in campo neutro.
Il girone in cui era inserito il Foggia comprendeva squadre pugliesi, calabresi e siciliane e diversamente dagli altri tre raggruppamenti, composti da 20 squadre, aveva solo 19 partecipanti. Il calendario prevedeva, pertanto, che una squadra riposasse in ogni turno. A due giornate dal termine Foggia e Stabia erano a 50 punti. Il calendario era però molto più favorevole ai pugliesi del presidente Nardella. L’allenatore dei Satanelli era Vincenzo Marsico, primo tecnico foggiano a guidare la squadra di calcio della città e tale rimase fino al 1998 quando a lui si aggiunse Lorenzo Mancano. Terzo mister foggiano sulla panchina dei Satanelli sarà poi nel 2012 Pasquale Padalino. Il Foggia doveva giocare negli ultimi 180 minuti una volta in trasferta, a Catanzaro, e l’ultima gara in casa con la Torrese, ultima e già retrocessa. Lo Stabia, dopo aver osservato il turno di riposo, nell’unica gara da giocare, doveva far visita al Barcellona. L’undici di Marsico aveva una straordinaria carta vincente da giocare: sarebbe stato sufficiente non perdere a Catanzaro per poi festeggiare la promozione in casa nell’ultima giornata. I calabresi non avevano problemi di classifica, ma sfoderarono una gagliarda e generosa prestazione. Pur disputando una onesta partita i Satanelli non riuscirono a sfruttare la grande opportunità e persero a Catanzaro per 1-0. A punire i Satanelli fu Geraci, un ex dal dente avvelenato, che l’anno prima fu il cannoniere del Foggia con 24 gol. I gialloblù campani tirarono un sospiro di sollievo e il tutto fu rimandato alla domenica successiva con la prospettiva dello spareggio. Andò proprio così. Nell’ultima domenica il Foggia liquidò senza problemi per 5-0 la Torrese, mentre le Vespe vinsero 2-0 a Barcellona Pozzo di Gotto. Si rese quindi necessario un confronto diretto da disputarsi in campo neutro a Firenze il 17 giugno 1951. I tifosi rossoneri si preparano così al primo imponente esodo. Da Foggia partì un treno speciale con oltre duemila sostenitori. Fra loro c’erano anche i miei genitori, neo sposi: mio padre Antonio, grande tifoso rossonero e mia madre Lina, contagiata dalla passione per il Foggia. Viaggio d’andata pieno d’entusiasmo con l’arrivo a Firenze, visita della città e sosta sotto l’albergo dei calciatori, chiamati e acclamati a gran voce. Il capoluogo toscano fu invaso dalla folcloristica ed allegra carovana foggiana di tifosi con bandiere e striscioni rossoneri. L’entusiasmo e l’euforia dei tifosi foggiani erano straripanti e contagiosi. Arrivarono a Firenze anche 800 tifosi delle Vespe che vivacizzarono la sonnacchiosa atmosfera domenicale sull’Arno. Il pomeriggio era afoso e caldissimo con la temperatura che superava i 30 gradi. Lo Stabia del presidente Donnarumma era a un appuntamento importante della sua storia e puntava a raggiungere per la prima volta la serie cadetta. Il tecnico delle Vespe era l’ungherese Arpad Hayos che aveva sostituito a metà stagione Arnaldo Sentimenti. Marsico mandò in campo i seguenti undici: Bisson, Lazzari, Olivato, Brenco, Leonzio, Buin, Lanciaprima, Di Fonte, Silvestri, Piccoli e Sbardellini. A sorpresa, il tecnico foggiano sostituì il portiere titolare Pandolfo con Bisson. I campani scesero in campo con Giudici, Casuzzi, Ciccone, Bellini, Rosi, Sforza, Lopez, Palma, Marra, Grosso, Cereseto. Direttore di gara fu Guido Agnolin di Bassano del Grappa, padre di Luigi, futuro arbitro internazionale. Lo Stabia partì guardingo sfruttando il contropiede contro un Foggia nervoso e disordinato. Al quarto d’ora le Vespe passarono in vantaggio su azione di calcio d’angolo con l’ala sinistra Cereseto che sfruttò un’incertezza del portiere Bisson e di testa, con una parabola, infilò il pallone in rete. La reazione foggiana fu pronta ma inconcludente negli ultimi 16 metri. Lo Stabia si chiuse in difesa partendo in pericolosi contropiedi. Ad un minuto dalla fine del primo tempo, ancora su calcio d’angolo, le Vespe raddoppiarono, sempre con Cereseto di testa che beffò l’esitante Bisson. Il secondo tempo vide il Foggia tutto riversato all’attacco e lo Stabia difendersi in undici. La squadra di Marsico con la forza della disperazione cercò di dimezzare lo svantaggio. L’elevata temperatura non facilitò l’arrembaggio dei Satanelli che finirono la partita in affanno uscendo sconfitti dal Comunale fiorentino. Festa grande per i campani che conquistarono la loro prima promozione in serie B. Enorme la delusione fra i tifosi foggiani che tornarono a casa con i musi lunghi.
Sotto accusa finì l’allenatore Marsico, a cui la tifoseria addebitò la scelta di non aver schierato il portiere titolare Pandolfo nella partita decisiva. Illazioni, sospetti e oscure congetture avvelenarono l’ambiente e dopo qualche giorno la società prese drastici provvedimenti: esonerò il tecnico infliggendo multe a giocatori e allo stesso allenatore.
L’avventura dello Stabia in serie B durò solo un anno. La squadra campana, infatti, terminò il campionato ultima con appena 18 punti. Tornerà tra i cadetti con la denominazione di Juve Stabia dopo sessanta anni, nel 2011, vincendo i play off contro l’Atletico Roma.