Calcio Foggia, la lettera di Salvatore che difende il boemo dopo la sconfitta a Palermo

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un appassionato tifoso del Foggia che dedica alla sua squadra del cuore – ed in particolare al Mister boemo che ne è alla guida – pensieri e riflessioni, parole di speranza e fiducia sull’attuale momento rossonero. Salvatore, così si chiama chi ci scrive, dedica questa lettera inviata alla nostra redazione a Zdeněk Zeman. Dopo la sconfitta di domenica in terra sicula, Salvatore esorta i tifosi a continuare a riporre fiducia nel tecnico che ha scritto una delle pagine più belle della storia centenaria del Foggia Calcio.

“Sono stato il primo a dire che covavo, e covo tuttora, il sogno che questa squadra possa iniziare a volare. Ogni foggiano che abbia vissuto, anche solo attraverso i filmati e i racconti di chi c’era, la prima Zemanlandia (quella per la quale ieri, a distanza di 30 anni, alcuni foggiani sono stati fermati dai palermitani per ricordare insieme quei tempi) cova questo sogno. Ma tornando alla nostra realtà attuale e abbandonando la dimensione del sogno, non possiamo non ignorare alcuni aspetti del boemo, e cioè che gioca sempre in un modo, a prescindere da tutto e da tutti. Lui è questo: un fondamentalista, integralista e strenuo sostenitore della sua filosofia del “tutti in attacco, le partite si vincono segnando un gol in più dell’avversario”. E tutti all’attacco si continua ad andare anche se sei avanti di 3 gol e la ragione, invece, vorrebbe che iniziassi a gestire la partita (il 4-4 di Bergamo con l’Atalanta docet). Del resto, quando si dice “Zeman è questo”, si intende proprio questo. Questo e nient’altro. Zeman è quello che se n’è fregato persino di giocatori acclamati e dai valori tecnici assoluti come De Rossi, perchè non funzionali al suo gioco.

Tuttavia anche Zeman ha bisogno d’interpreti di valore per raggiungere i grandi risultati. A tal proposito ricordo che lo stesso Shalimov, prima di venire a Foggia, era giocatore di spessore, che batteva in Coppa Uefa il Napoli di Maradona nel 90/91 con lo Spartak. Baiano era una grande promessa già a Napoli, quando cresceva all’ombra di Diego. Non tocco poi altri mostri sacri come Signori, Totti, Verratti, Insigne, gli stessi Vucinic e Immobile. Noi, peraltro, attualmente abbiamo una rosa nemmeno lontanamente paragonabile a quella del 2010 sotto il profilo qualitativo, la quale comunque – va detto – per me non avrebbe mai vinto quel campionato anche se avesse avuto una società solida alle spalle e giocatori di proprietà. La squadra attuale, al momento, non ha manifestato un rigetto degli schemi zemaniani, come per esempio sta accadendo a Roma alla Lazio con la venuta di Sarri. La nostra squadra infatti, se a volte ci regala amnesie, altre invece ci restituisce le manovre tipiche del boemo. A questo dobbiamo ancorarci. Non c’è un rigetto dei suoi schemi ed è questo che deve darci fiducia per il prossimo futuro.

Zeman, al contrario di tantissimi altri suoi colleghi del passato e del presente, è uomo schietto e sincero e questa è la caratteristica che ha contribuito a creare il suo personaggio e la stima che tanti tifosi di ogni colore hanno di lui. Il boemo, infatti, si preannuncia da solo, ti avvisa, te la spiega la sua filosofia, non si nasconde in conferenza, ed è per tale motivo che non è tenuto a chiedere scusa anche dopo una sconfitta netta come quella di Palermo. Se scegli lui significa che hai già sposato il suo modo di essere e di intendere il calcio. Per intenderci, non è un Grassadonia qualsiasi o un Capuano o un Auteri (con tutto il rispetto per questi professionisti), a cui puoi imputare determinate scelte. Zeman è il primo dei perdenti, non l’ultimo come loro. Ma soprattutto è uomo. Lui, in quanto integralista, è un prendere o lasciare. Ha ragione qualche amico quando dice che non possiamo fare niente, che bisogna aspettare e che nel frattempo ci dovremmo dare ad altri sport. Ed è esattamente in questa misura che non mi spiego il motivo delle critiche a prescindere, proprio di chi, come noi, l’ha conosciuto e lo conosce bene.
State certi che alla fine della processione tireremo le somme e lo valuteremo, ci mancherebbe altro, ma sempre col dovuto rispetto che si deve a chi, al netto dell’esperienza di quest’anno che sarà e di quella non proprio eccezionale del 2010, ha scritto una delle 2 pagine più gloriose della storia centenaria del Foggia Calcio.”

Salvatore da Foggia

3 commenti

  1. Sono uno Zemaniano convinto primo perchè nessun’altro mi ha mai dato le soddisfazioni che mi ha dato lui in 60 anni di tifo foggia. Secondo perchè in serie A ci abbiamo giocato con lui.
    Nella partita con il Palermo la partita con i dovuti limiti l’abbiamo fatta noi non il Palermo ,purtroppo li davanti non abbiamo Signori Baiano Rambaudi..i gol subiti sono stati infortuni di gioco dovuti alla difesa
    troppo alta che non ti permette di sbagliare.

  2. Quello che è stato Zeman nessuno lo mette in discussione, bisogna anche capire che niente e nessuno è eterno e vale anche per il gioco del calcio. Oggi quel gioco di 30 anni fa abbisogna di un elevato tasso tecnico per avere la meglio e questo significa che ogni reparto deve essere supportato da valori tecnici di un certo rilievo. In questa squadra solo un paio di calciatori valgono la serie C e qualcosina in più. L’errore è proprio in questo non basta la condizione atletica e la velocità in fase d’attacco che poi non si vede nemmeno, ma è piu importante sapersi anche difendere dalle contromisure che l’avversario attua per arrivare alla porta e in questo caso la tecnica è molto importante.

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