Vaccinazioni: a Foggia numeri record mentre a Bari partono i vaccini nei centri d’accoglienza

Continua senza sosta la campagna vaccinale in Puglia che, dagli ultimi numeri aggiornati,  tocca quota 5milioni e 500mila dosi di somministrazioni.

In provincia di Foggia, l’81,3% delle persone di età superiore a 12 anni ha effettuato la prima dose ed il 66,8% degli over 12 ha concluso il ciclo vaccinale, tagliando il traguardo delle 800.000 somministrazioni dall’avvio della campagna vaccinale.

Nel dettaglio, in Capitanata, hanno già ricevuto la seconda dose: 36.456 ultraottantenni (pari all’88,1%) su 38.945 che hanno ricevuto la prima dose (pari al 94%); 47.940 persone di età compresa tra 79 e 70 anni (pari all’82,6%) su 54.170 che hanno ricevuto la prima dose (pari al 92,7%); 57.119 persone di età compresa tra 69 e 60 anni (pari al 76,2%) su 67.513 che hanno ricevuto la prima dose (pari all’89,5%); 66.408 persone di età compresa tra 59 e 50 anni (pari al 70,8%) su 77.480 che hanno ricevuto la prima dose (pari all’88,1%); 52.796 persone di età compresa tra 49 e 40 anni (pari al 59,5%) su 65.433 che hanno ricevuto la prima dose (pari al 72,8%); 39.658 persone di età compresa tra 39 e 30 anni (pari al 52,5%) su 51.003 che hanno ricevuto la prima dose (pari al 65,6%); 39.521 persone di età compresa tra 29 e 20 anni (pari al 52%) su 52.835 che hanno ricevuto la prima dose (pari al 67,3%); 21.282 giovani di età compresa tra 19 e 12 anni (pari al 40,1%) su 32.448 che hanno ricevuto la prima dose (pari al 60,1%). Inoltre, i medici di medicina generale hanno somministrato complessivamente156.296 dosi di vaccino di cui 19.153 a domicilio.

Mentre intanto a Bari sono iniziate le somministrazioni di vaccino anche all’interno del Cara, il centro di accoglienza per i migranti richiedenti asilo, nell’ambito di un piano di immunizzazione specifico attivato per  popolazioni non stanziali, caratterizzate da elevata mobilità e per i cosiddetti gruppi “hard to reach”, ossia difficili da raggiungere.

Ad eseguire le somministrazioni un medico del Dipartimento di prevenzione e tre infermieri del 118 all’interno di un’area allestita ad hub nella struttura di accoglienza di Bari – Palese, con quattro diverse postazioni. A disposizione degli ospiti anche una ambulanza esterna dotata di dispositivi di primo soccorso e defibrillatore in caso di necessità.

Sono complessivamente 400 le persone, sia uomini che donne, con una media di età di 26 anni, ad aver detto sì al vaccino, firmando il consenso informato. Provengono da: Bangladesh, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Iraq, Liberia, Mali, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sudan e Togo.

Come indicato dalle linee guida del piano strategico regionale e dal Ministero della Salute sono stati utilizzati per lo più vaccini monodose per il vantaggio della singola somministrazione rispetto alla tipologia di target da vaccinare, viste le criticità relative alla logistica e alle tempistiche di una somministrazione di un ciclo vaccinale a due dosi. In casi particolari, legati a patologie del soggetto, è stato somministrato anche il vaccino a mRNA.

Le vaccinazioni dedicate a questo target di persone rispondono ad una doppia esigenza: coinvolgere tutti, soprattutto coloro che con più difficoltà si avvicinano ai servizi sanitari, favorendo un accesso equo alle vaccinazioni e tutelare la salute degli stessi e della intera collettività – spiega la dottoressa Fornelli – queste persone sono in condizioni di fragilità e vulnerabilità, in quanto maggiormente esposti al rischio di infezione.  Siamo soddisfatti della risposta massiccia alla nostra chiamata – prosegue la direttrice sanitaria – tanto che siamo già al lavoro per coinvolgere anche gli ospiti del Centro di permanenza per i rimpatri”.

 “Mettere in sicurezza i migranti è una priorità – ha dichiarato il direttore del Dipartimento di prevenzione Domenico Lagravinese – la loro alta esposizione al virus rende necessario mettere in atto interventi mirati su questi gruppi. L’attività vaccinale del Cara si inserisce in un percorso già avviato  – continua Lagravinese – per favorire le vaccinazioni dedicate alle fasce di popolazione più deboli, prima con i senza fissa dimora del Comune di Bari e in seguito con i profughi afgani arrivati in Puglia nelle scorse settimane”.  

Ai richiedenti asilo non assistiti tramite il servizio sanitario nazionale, la ASL ha assegnato il codice Stp (straniero temporaneamente presente) al posto del codice fiscale. In parallelo sono state avviate azioni per favorire la vaccinazione attraverso attività di informazione e sensibilizzazione con il supporto della mediazione linguistico culturale.