Pino Aprile annuncia: “Ecco la Rete degli Imprenditori del Sud”

È sorto il primo nucleo della Rete degli imprenditori del Sud. Non nasce in alternativa a Confindustria, ma quale interlocutore informato e con idee chiare, sia delle associazioni imprenditoriali, che dei sindacati e del governo. Attorno al nucleo iniziale stanno aderendo titolari di aziende di ogni settore: dall’energia al turismo, dall’agricoltura all’edilizia, dalla comunicazione alla meccanica, dalla produzione ittica a quella vinicola…” è l’annuncio che giunge da Pino Aprile, giornalista, scrittore, fondatore del Movimento 24 agosto-Equità Territoriale e attualmente direttore della emittente calabrese “LaC news24”.

Era ora che gli imprenditori del Sud avessero finalmente voce in capitolo sulle scelte del Paese che li riguardano e in quelle del governo sull’impiego delle risorse del Recovery Fund”ci ha confermato Pino Aprile che abbiamo raggiunto telefonicamente per farci presentare e commentare questa iniziativa.

La Rete Imprenditori del Sud nasce in risposta al criterio adottato dal Governo Draghi per la attibuzione dei finanziamenti del Recovery Fund alle varie zone del Paese. Pino, nei tuoi interventi hai parlato a più riprese di scippo di risorse destinate al Sud. Puoi chiarirci il senso di questa affermazione?

I soldi assegnati da Bruxelles all’Italia in proporzione più che doppia rispetto a quanto riconosciuto in media a ogni altro Paese europeo, erano stati destinati al nostro Paese per una sola ragione: ridurre il divario Nord-Sud. Realizzare nel Mezzogiorno quanto i governi nazionali hanno sempre negato: ferrovie, autostrade, connessioni… Invece, ancora una volta, i fondi destinati al Sud vengono dirottati al Nord, non per diminuire, ma per aumentare la distanza fra il troppo che si dà ai più ricchi, con i soldi di tutti, e il troppo poco che si lascia alle regioni depredate di infrastrutture e diritti. Se l’Italia è divisa in due la ragione è una sola: scelte politiche a favore di una parte e a danno di un’altra. Il resto sono chiacchiere e pregiudizi”.

Di che cifre stiamo parlando? Avete avuto modo di analizzare, conti alla mano, l’entità di questo scippo?

Secondo i criteri di ripartizione dei fondi del RF adottati dall’Unione Europea (in rapporto alla popolazione, al numero dei disoccupati e all’inverso del reddito medio), al Mezzogiorno sarebbero dovuti andare il 70 per cento dei soldi del Recovery Fund, più di 140 miliardi, sui circa 200 complessivi. Il governo, con trucchi da spacciatori di pentole fallate alla sagra della porchetta, dice di aver destinato al Mezzogiorno il 40% dei soldi, quindi il 30% in meno rispetto al “desiderata” di Bruxelles. Ma è pure un 40 finto, spudoratamente taroccato perché hanno incluso nel calcolo fondi già stanziati per il Sud, che niente hanno a che fare con il RF e altre trovate truffaldine come l’anticipo di altri fondi già assegnati, che si sa, sin da ora, che non saranno restituiti. Il professor Gianfranco Viesti è andato a spulciare le cifre segnate nel PNRR del governo Draghi e ha scoperto che di miliardi veri, per il Sud, non ci sono nemmeno gli 82 miliardi di cui si vanta il governo e la Ministra Carfagna, ma soltanto 22; ovvero appena il 10 per cento. È la più grande rapina ai danni del Sud, nella storia dell’Italia unita”.

Parliamo quindi di tanti, tantissimi soldi che andranno a finanziare progetti nel Nord e Centro Italia, poco arriverà al Sud. Nei mesi scorsi molte sono state le voci che hanno rimarcato il rischio che il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) predisposto dal Governo andasse in direzione opposta ai dettami di Bruxelles. L’argomento è stato sollevato non solo da te e dal M24a-ET ma ha trovato a livello politico il pieno sostegno dei Governatori delle Regioni del Sud e dei Sindaci dei comuni meridionali.

Contro lo scippo al Sud delle risorse del Recovery Fund, complici il ministero del Mezzogiorno e la gran parte dei parlamentari meridionali, si è levata sia la protesta dei presidenti delle Regioni del Sud  sia quella di centinaia di sindaci meridionali di ogni schieramento e sfumatura politica che hanno aderito alla Rete Recovery Sud. Governatori e sindaci del Sud hanno manifestato le proprie ragioni contro questo ennesimo scippo di risorse ad ogni livello istituzionale: si sono riuniti a Borgia, in Calabria, hanno manifestato dinanzi al Parlamento, nelle piazze delle città del Mezzogiorno, a cominciare da Napoli, hanno incontrato la ministra Mara Carfagna che si è rivelata una interlocutrice inconsistente, e hanno portato la loro indignazione e le loro ragioni a Bruxelles, dinanzi alla Commissione e alla presidente Ursula von der Leyen, appoggiando la petizione del parlamentare europeo Piernicola Pedicini, – attuale Vice Presidente del Movimento 24a-ET-, che evidenziava, conti alla mano, l’entità del furto. È stata la prima volta che grazie all’impegno del M24a-ET siamo riusciti a mettere in campo un’azione politica comune davvero trasversale che ha coinvolto politici di ogni schieramento politico”.

Ora anche gli imprenditori meridionali si coordinano e alzano la voce per far sentire le proprie rivendicazioni

Paradossalmente gli ultimi a insorgere contro l’indegno saccheggio (invece di 70 per cento al Sud e 30 al Centro-Nord, 10 al Sud e 90 al Centro-Nord) sono proprio i più direttamente danneggiati, gli imprenditori meridionali che vedranno quelle risorse rimbalzare sul diritto del Sud e le loro aziende, per andare ad arricchire ancor di più chi trasforma la pretesa in diritto. Le opere che l’Unione europea chiede per il Sud potrebbero veder in prima fila le imprese meridionali, visto che, oltretutto, la spesa dovrebbe passare, in buona parte, per gli enti locali, specie i Comuni. Invece gli imprenditori del Sud sono esclusi, sorte che rischia di toccare pure ai Comuni, per le scelte del governo mirate a favorire le regioni più ricche e la ormai sfiatata ma prepotente “locomotiva del Paese” (il Nord) che, come disse l’allora ministro al Mezzogiorno, Peppe Provenzano, dal resto del Paese «prende e non restituisce». Adesso, però, è sorto il primo nucleo della Rete Imprenditori del Sud, l’equivalente, nel mondo dell’economia, della rete Recovery Sud dei sindaci meridionali”.

Una Confindustria del Sud?

La Rete Imprenditori del Sud, Ris, non nasce in alternativa a Confindustria, ma quale interlocutore informato e con idee chiare, sia delle associazioni datoriali, dei sindacati e del governo, anche se gli imprenditori meridionali, che pagano Confindustria al pari degli imprenditori del Nord, vedono dirottati altrove i fondi destinati all’economia meridionale e francamentenon mi sembra il migliore dei loro affari!

La Rete imprenditori del Sud, Ris, si propone di rappresentare e difendere i diritti del Mezzogiorno, in Italia e a Bruxelles, insieme alla Rete Recovery Sud dei sindaci e ai presidenti delle Regioni meridionali, per impedire il saccheggio delle quote di fondi europei che spettano al Sud. La falsificazione logica della “locomotiva” e della presunta Questione settentrionale è sì figlia di prepotenza e avidità, ma soprattutto di disinformazione, di pregiudizi accettati come descrizione della realtà. La Ris potrebbe essere utilissima alla stessa Confindustria e al Nord, per far comprendere quali e quanti errori siano stati fatti nella valutazione delle ragioni storiche e attuali del divario Nord-Sud e come impedire lo sviluppo del Mezzogiorno, negando infrastrutture e servizi di livello europeo, si traduca in un danno grave per le regioni settentrionali, specie Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e per l’intero Paese”.

Quali reazioni avete avuto a questa iniziativa dal mondo imprenditoriale del Sud?

La Rete Imprenditori del Sud sta ripercorrendo le tappe di quella dei sindaci, che registrò centinaia di adesioni in meno di dieci giorni. Attorno al nucleo iniziale stanno aderendo titolari di aziende di ogni settore: dall’energia al turismo, dall’agricoltura all’edilizia, dalla comunicazione alla meccanica, dalla produzione ittica a quella vinicola. I referenti di questa iniziativa sono  il creatore di Omnia Energia, Vincenzo D’Agostino, calabrese, e Raffaele Cariglia, foggiano, coordinatore di tante iniziative imprenditoriali. A breve, sarà essere indetta una conferenza-stampa per la presentazione ufficiale della Ris”.

Prima o poi doveva succedere. Da movimenti di cittadini ai sindaci, ai presidenti di Regione, agli imprenditori… il Mezzogiorno comincia a far sentire, davvero, la sua voce.

3 thoughts on “Pino Aprile annuncia: “Ecco la Rete degli Imprenditori del Sud”

  1. Ma scherziamo? Davvero si pensa che la questione imprenditoriale può essere affrontata con annunci propagandistici come questi, simile a tanti altri cui Pino Aprile ci ha abituato senza sortire mai effetti concreti se non quelli che riguardano i suoi libri e le sue iniziative? Basta con queste prese in giro, occorre ben altro per sollevare il Sud.

    1. Che cosa occorre? Che cos’altro? Visto che Lei lo sa, perché non lo comunica a tutti? In fiduciosa attesa, resto.

  2. L’iniziativa è ottima, spero che abbia tanto successo e che nessuno degli imprenditori sia pronto a vendersi a quelli del nord. SPERIAMO BENE.

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