Lucera, 1 settembre con l’arte di Lino Musella in “L’Ammore nun’è Ammore”

Proseguono gli appuntamenti di “Estate|Muse|Stelle 2021”, la rassegna promossa da Regione Puglia, Comune di Lucera, Teatro Pubblico Pugliese, Pugliapromozione e PrimaVera al Garibaldi, con il sostegno di Fondazione dei Monti Uniti e Banca BPM, e in collaborazione con Accademia delle Belle Arti, Conservatorio di Foggia Umberto Giordano, FAI Puglia, Università degli Studi di Foggia, Aps Cinque Porte Storiche di Lucera, realizzata all’Anfiteatro Augusteo fino al 25 settembre.

Oggi 1 settembre, alle ore 21, all’Anfiteatro Augusteo di Lucera sarà in scena Lino Musella con “L’Ammore nu’è Ammore”, 30 sonetti di Shakespeare traditi e tradotti da Dario Jacobelli e con Marco Vidino – cordofoni e percussioni. Regia Lino Musella, con la produzione di Elledieffe. Lo spettacolo è organizzato con preziosa collaborazione di PrimaVera al Garibaldi, con direzione artistica di Fabrizio Gifuni e Natalia Di Iorio.

Lino Musella, attore tra i più apprezzati della sua generazione (Premio Ubu 2019 come migliore interprete teatrale per Giornale Notturno di Jan Fabre, fra i suoi ultimi film Favolacce dei fratelli D’Innocenzo, Lei mi parla ancora di Pupi Avati e Qui rido io di Mario Martone, in concorso alla prossima Mostra del Cinema di Venezia), è qui protagonista di un affascinante percorso poetico attraverso gli immortali versi di Shakespeare, qui “traditi” in napoletano dall’artista Dario Jacobelli. L’ammore nun’è ammore – nato a Le vie dei Festival, grazie ad un precedente studio realizzato alla Festa di Teatro Eco Logico di Stromboli – è un’originale ‘recita dei sentimenti’ tra emozioni, atmosfere magnetiche e intensi desideri. Musella racconta l’amore, la bellezza e la caducità della vita in una lingua coraggiosa, viscerale e seducente. Ad affiancarlo sulla scena, Marco Vidino – ai cordofoni e alle percussioni – con le sue musiche suggestive e avvolgenti che accompagnano gli spettatori in questo intimo viaggio. Dario Jacobelli, poeta scomparso prematuramente nel 2013, autore di racconti e romanzi, abile paroliere per musicisti come i Bisca, i 99 Posse e gli Almamegretta – ricorda l’attore – si dedicò negli ultimi anni della sua vita alla traduzione in napoletano e al tradimento, come amava definirlo, di 30 Sonetti di Shakespeare.

Non aveva scadenze, non doveva rispettare le indicazioni o correzioni di nessun editore. Per committenti aveva i suoi amici più cari ai quali dedicava ogni sua nuova traduzione. I Sonetti in napoletano suonano bene. Battono di un proprio cuore. Indossano una maschera che li costringe a sollevarsi dal foglio per prendere il volo, tenendo i piedi per terra.