Ultim’ora Foggia: il Comune sciolto per Mafia

Appena giunta la notizia da Palazzo Chigi, a Roma, dove si è svolta nel pomeriggio una seduta che ha deciso il commissariamento del consiglio comunale di Foggia per infiltrazioni mafiose.

Secondo Comune capoluogo di provincia in Italia dopo Reggio Calabria, quinto in Capitanata dopo Monte Sant’Angelo (2015), Mattinata (2018), Manfredonia e Cerignola (entrambe nel 2019), il capoluogo dauno, non andrà alle urne a ottobre. Il ritorno alla gestione ordinaria ci sarà solo nel 2023, se il commissariamento dai 18 mesi iniziali sarà prorogato a 24 mesi.

La Commissione d’accesso, nominata dal prefetto di Foggia, su delega del ministero dell’Interno, si era insediata il 9 marzo scorso per verificare se ricorressero pericoli di infiltrazione o condizionamenti da parte della criminalità organizzata nell’ambito dell’amministrazione comunale.

Il 25 maggio scorso, l’allora prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, aveva proposto al ministero dell’Interno lo scioglimento del Consiglio comunale di Foggia a seguito delle dimissioni rassegnate dal sindaco il 4 maggio e non revocate nel termine di 20 giorni dalla loro presentazione e disponendo la sospensione dell’organo consiliare e, per assicurare la provvisoria gestione dell’ente, con la nomina del commissario prefettizio Marilisa Magno.

Lo scorso 3 giugno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Foggia con la contestuale nomina del commissario straordinario, attualmente in servizio presso Palazzo di Città.