Alla luce degli ultimi dati sulla emergenza pandemica, che sembra aver ripreso la sua corsa, ed alla vigilia delle imminenti decisioni dell’Italia circa l’introduzione di nuove prescrizioni per evitare il rischio contagi, abbiamo intervistato il Professor Sergio Zanfrini, scienziato, ricercatore e libero docente presso le più autorevoli Università italiane ed estere, già Professore onorario presso l’Università Maimonides di Buenos Aires, specializzato in Posturometria, ortognatodonzia e gnatologia, nonché in Neurofisiologia e patologia delle posture statiche e dinamiche.
Con lui un lungo confronto in cui ha manifestato le sue preoccupazioni, in qualità di ricercatore, circa la ripresa dell’emergenza Covid.
Ripresa del virus – Quando e dove i rischi maggiori. E come evitarli.
Buongiorno Professore, facciamo il punto della situazione sul Covid. Quotidianamente si dà grande rilievo ai numeri dei contagi ed alle precauzioni da adottare per scongiurare la ripresa della pandemia ed in questa fase in cui, nonostante le vaccinazioni, si torna a parlare della recrudescenza del virus e delle sue varianti cosa c’è ancora da sapere e cosa non si è imparato a fare dal punto di vista del comportamento per evitare il peggio?
“Io credo che sicuramente quello che abbiamo fatto finora, e mi riferisco alle norme di distanziamento fisico, sia stato molto importante. Le norme e la loro applicazione ci hanno tutelato in maniera importante, questo ha creato un allarme tra la popolazione mondiale ed una conseguente prudenza insita in ciascuno di noi.
Non è un caso che durante l’estate scorsa ci sia stato un abbassamento dei contagi, vi era un’attenzione maggiore. Credo che dovremmo mantenere quella prudenza, anche se personalmente rifletto su due fattori: il primo, positivo, è legato all’attuale periodo di villeggiatura dei cittadini che rende meno affollati i mezzi di trasporto, per via delle vacanze scolastiche, delle famiglie e di molti lavoratori; il secondo è legato alla ripresa autunnale e ad un nuovo rischio di assembramenti, specie nelle grandi città, porto l’esempio di Milano e di Torino o Roma, dove tra metropolitane e mezzi di trasporto aumenterà non poco il rischio dei contagi.
Questo sicuramente determinerà un aggravamento della situazione e, nonostante vi siano dei sistemi di purificazione dell’aria che funzionano con i raggi ultravioletti, constatiamo che ne sono privi i mezzi pubblici, luoghi pericolosissimi per nuovi focolai. Dunque sarà indispensabile continuare ad adoperare la mascherina.”
Asintomatici e vaccinati: possibili Untori, il rischio è sottovalutato?
Ora l’attenzione si accende sugli asintomatici. Molti cittadini, benché vaccinati, risultano essere contagiosi quanto è importante parlarne?
“Da ricercatore devo sottolineare, e la cosa mi preoccupa non poco, che non tutti i contagiati manifestano sintomi: abbiamo un numero elevatissimo di non sintomatici che – vaccinati o non vaccinati – possono contagiare.
(Accessibilità ai test molecolari e tamponi a tutti)
È la ragione per la quale ritengo che il solo “Green pass” non basti. Il passaporto vaccinale non risolve il problema poiché averlo non significa non essere portatori del virus o potenziali untori.
Di qui la necessità di accendere l’attenzione sul tampone e non sul green pass che non evita il rischio del contagio. Il tampone mi sembra la cosa più necessaria al momento, soprattutto tra chi effettua viaggi a lungo raggio o tra chi per lavoro è a contatto con molte persone. Certamente sarà difficile ottenere di fare il tampone a tutti ma bisogna quantomeno parlarne o renderli più accessibili, soprattutto nei costi.
Quindi, Professore, non è una questione di Green Pass ma di tamponi?
“Assolutamente sì, e andrebbe rivisto anche il loro costo poiché se il test molecolare ha un prezzo di 90/100 euro diventa un problema, sia per lo Stato che per chi volesse farlo privatamente.
Bisognerà valutare attentamente anche questo elemento, sembra che stiano arrivando dei sistemi fai da te a costo molto ridotto che potrebbero dare una grossa mano da questo punto di vista (preventivo).”
Post Covid cosa accade dopo la guarigione dal virus?
Si parla tanto di contagi, di cure e di guarigioni, ma non si parla di Post covid o dei danni che procura, è vero?
“Sì, è vero. Le attuali conoscenze scientifiche sono ancora incomplete. Non si sa quanto ma il virus lascia spesso molti strascichi dal punto di vista cognitivo, neurologico, di astenia e non solo. Ogni giorno si scopre che un determinato atteggiamento o una determinata patologia sono quasi sempre legate agli strascichi.
Le dirò una cosa paradossale: per non ammalarsi bisogna essere sani e dobbiamo quindi avere uno stile di vita adeguato. Il sovrappeso, il fumo ed altre patologie pregresse possono creare complicazioni dal punto di vista del virus.”
Respirazione e Postura
“In questo discorso vorrei citare un interessantissimo libro firmato dal Professor Gaetano Agliata che è medico e docente di posturologia, osteopatia e grafopatologia, nonché presidente dell’associazione Italiana posturologia universitaria e membro del Comitato scientifico delle professioni sanitarie. Nel libro/manuale “Post Covid-19 Riabilitazione Respiratoria e Posturale”, Agliata parla di tutte queste problematiche e dell’aspetto riabilitativo come, per esempio, quello legato alla respirazione. Il problema non è quanta aria inspiriamo ma quanta ne espiriamo perché se non abbiamo una capacità di espirare tutto quello che abbiamo nei polmoni avremo difficoltà a sostituirlo con un’aria più nuova e più ricca di ossigeno (che aiuterebbe a tenere bassa la carica virale).
Dal punto di vista della postura, invece, c’è un muscolo molto importante che è il diaframma, è un muscolo che, come tutti i muscoli, se adeguatamente allenato, può aiutarci a fare questo esercizio di espirazione completa in modo da reinspirare una quantità d’aria maggiore.”
Effetti della pandemia, Smart working e DAD
“Gli effetti ed i danni della pandemia sono soprattutto legati alla Dad (didattica a distanza) o allo Smart Working che ci impone nuove regole, dovendo stare più fermi ed inquadrati in un atteggiamento nuovo.
I danni sono sostanzialmente tre:
- Lavorare in un ambiente chiuso, in cui il riciclo dell’aria non è mai sufficientemente adeguato;
- Lavorare negli uffici a contatto con altre persone ci mette in una situazione di rischio che favorisce un discorso di tipo pandemico;
- Lavorando a casa c’è anche il problema della postura e noi abbiamo pubblicato uno studio sui banchi scolastici in cui abbiamo rilevato le problematiche legate agli arredi non adeguati.
Il passaggio dalla legge 626/94 al DLgs 81/08 sulla sicurezza in ambito lavorativo dà tutta una serie di prescrizioni sulla postura ma non tiene conto del fatto che da quando lavoriamo da casa siamo diventati tutti videoterminalisti ma in realtà non ce ne rendiamo conto. Il problema qual è? È che una cattiva postura, ripetuta nel tempo, tende a strutturarci in un determinato modo e questo fa sì che, non solo memorizziamo questa cattiva postura come postura corretta, ma andiamo a creare delle condizioni per cui modifichiamo l’espressione genica al punto che tendiamo a strutturarci in quel modo. In altre parole: se io sto sempre curvo, il “sistema uomo” si modificherà anche dal punto di vista muscolare ed osseo e tenderemo a strutturarci in quel modo. “
Cosa fare, Professore, allora?
“Sarebbe fondamentale che, oltre a tutte le altre istruzioni, venisse data una informazione corretta sulla postura di lavoro adeguata durante una sessione di Smart Working . E aggiungo che questo è un problema molto trascurato legato anche a quello della “Oculomotricità”, in altre parole abbiamo persone che vedono perfettamente però hanno un ritardo di convergenza di un occhio rispetto all’altro.”
Questo che cosa comporta?
“Che la persona tenda a far convergere l’occhio che vede meglio al centro del monitor del computer, facendogli arretrare il capo ed il risultato è un grandissimo dolore alla cervicale. Questo, ahinoi, è un problema che non si può risolvere con le sole cure palliative o con la fisioterapia, bensì con una adeguata ginnastica oculomotoria per recuperare la postura corretta.”
Covid e incertezza nel futuro
A chiusura dell’intervista torniamo sui temi legati alla ricerca, alla scienza e alla emergenza pandemica ancora in atto.
Professore, in qualità di ricercatore e scienziato, qual è la cosa che in questo momento la preoccupa di più?
“È una bella domanda, difficile risponderle. Sicuramente l’incertezza di quello che succederà con tutte queste varianti perché non siamo in grado di prevederle e le attuali conoscenze scientifiche non sono ancora approfondite. Pensi che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il sequienziamento del genoma del virus covid non è ancora completa quindi speriamo di poter terminare questi studi e queste ricerche al più presto in modo da riuscire a elaborare dei prodotti che ci possano aiutare meglio ad affrontare, e soprattutto a prevenire, la malattia.”
Grazie Professore per le sue utili e preziose informazioni scientifiche. Dove potremo seguire i suoi prossimi studi e le sue ricerche?
“Presto sarà avviato un Master che coordinerò, presso l’Università di Genova, sono soprattutto un ricercatore ed un libero docente che partecipa e coordina con entusiasmo alcuni master e corsi di perfezionamento scientifico, cito Cagliari Verona e Torino.”
Può introdurci alla lettura di uno dei suoi ultimi studi?
“Sì, trattasi di uno studio sulla posturologia pubblicato nel 2019: “Postural disorders produced by school furniture on a population of a junior high school”, sviluppato insieme ai ricercatori Raul Guelfi, Massimo Conti, Marcello Brunelli e Giovanna Traina congiuntamente a diversi centri di ricerca italiani, ve ne dò lettura.”
Grazie ancora, professor Zanfrini, buon lavoro, anzi buoni studi! Perché mai come in questo momento il Pianeta ha bisogno di Lei e del prezioso e sapiente lavoro di tutti gli operatori della scienza e della ricerca.
Finalmente un’articolo equilibrato sul tema non un test di comunicazione propagandistico unilaterale.
La ringrazio, Michele. Riporterò il suo commento al lungimirante e preparato Professor Zanfrini. Grazie davvero, apprezzo tanto.