Davide Carlucci, Sindaco di Acquaviva delle Fonti (BA) a nome di oltre 500 Sindaci del Sud che hanno aderito alla rete Osservatorio Sud, ha presentato ieri a Bruxelles la petizione che ha raccolto oltre 3500 firme con la quale è stato chiesto “… alle istituzioni europee di modificare il PNRR presentato dal Governo italiano, per favorire un’equa ripartizione territoriale dei fondi” (Senatore De Bonis: “LEP, PNRR e mancata attuazione della CUN, le occasioni perse per il rilancio del Sud” ndr).
Carlucci ha sottolineato nel corso del suo intervento che “… la scelta del Governo italiano di destinare al Sud solo il 40% teorico delle risorse del PNRR, rischia di creare i presupposti per un’ulteriore gravissima divaricazione tra le aree del Paese. Ottanta miliardi di euro sembrano una cifra enorme, ma non lo sono se si considera quanto sia cronico e difficile da superare il deficit di sviluppo del Sud”. Il Sindaco di Acquaviva ha poi ricordato ai Parlamentari Europei come il meccanismo dei finanziamenti messi a bando rischia di avvantaggiare i Comuni del Nord Italia che possono meglio organizzarsi per promuovere i progetti ed attirare i finanziamenti. Infatti ha ricordato Carlucci “… come può Acquaviva delle Fonti con 54 dipendenti competere con Feltre che a parità di abitanti ne ha 125, o Andria che ne ha 290 competere con Piacenza che può contarne 630? Ecco il circolo vizioso in cui siamo intrappolati: più poveri siamo e meno possibilità abbiamo di uscire dalla nostra condizione”.
In aula ci sono stati inoltre gli interventi a supporto della petizione dei Verdi italiani Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato e Ignazio Corrao, e degli europarlamentari Peter Jahr (tedesco del gruppo dei Popolari) e Alfred Sant (maltese del gruppo dei Socialisti).
Piernicola Pedicini al termine dei lavori in aula ha ricordato che “Il governo ha dichiarato che stanzierà il 40% delle risorse del Recovery Plan al Mezzogiorno. La verità è che questa percentuale già di per sé non sufficiente, a un’attenta lettura dei documenti si riduce ulteriormente, fino ad arrivare alla soglia del 10%. Non si tratta soltanto di una truffa a danno dei cittadini del Sud, che evidentemente il governo non considera di pari dignità a quelli di altre aree del Paese. Si tratta di disattendere le indicazioni europee che ci impongono di impiegare quelle risorse per superare le disparità territoriali, promuovere uno sviluppo regionale equilibrato e sostenere la coesione.
Obiettivi che non raggiungeremo se il governo non investe principalmente nel Mezzogiorno. La buona notizia – ha concluso Pedicini – è che la Commissione per le petizioni ha accettato di tenere aperta la procedura con la nostra istanza”.
Nelle stesse ore anche a Roma la deputata Wanda Ferro (Fratelli d’Italia) ha presentato un’interrogazione ai ministri Carfagna, Gelmini, Franco e Giorgetti sul divario di ripartizione dei fondi del PNRR. “Il PNRR – ha ricordato in aula la deputata di FdI – rappresenta un’occasione decisiva per il rilancio del Sud Italia, ma tutto dipenderà da come il Governo gestirà la partita, e ad oggi esiste il concreto pericolo che gli investimenti al Sud siano molti meno dei promessi 80 miliardi”.
Registriamo infine, a margine dei lavori parlamentari, una nota polemica del Senatore Saverio De Bonis indirizzata al partito della deputata Wanda Ferro.
“Attenzione, Fratelli d’Italia si è accorto del Sud – si legge nel comunicato di De Bonis -. A scanso di equivoci, però, ricordo che le combattive truppe della Meloni si sono astenute alla Camera e al Senato sul Piano. Brandendo la bandiera della opposizione da duri e puri, invece di votare contro, si sono astenuti. E oggi presentano un’interrogazione. Dov’erano quando in quindici abbiamo votato contro al Senato? Dov’erano tutte le volte che abbiamo acceso i riflettori sull’iniqua impostazione del Recovery, prima ancora dei nuovi, sconcertanti dati sull’ulteriore taglio di risorse per il Sud? … C’è un fronte del Sud serio, intellettualmente onesto, compatto nella sua trasversalità che sta portando avanti da mesi la battaglia per restituire dignità al Meridione dopo decenni di trazione nordista. In ogni caso, al netto di tutto, l’iniziativa rimane valida e sono contento che una deputata calabrese, sia pure in ritardo, si sia unita alla lotta per il Sud”.
L’appuntamento ora è per il prossimo 21 luglio quando in Piazza Montecitorio si svolgerà la manifestazione “Sud chiama Italia – tutti in Piazza per l’Equità territoriale tra Nord e Sud”. La manifestazione per la quale si stanno mobilitando molti gruppi e organizzazioni meridionaliste e per il ritiro dell’autonomia differenziata, è stata voluta dai Senatori Saverio De Bonis e Gregorio de Falco, dal Movimento 24 agosto – Equità Territoriale e dalla rete dei Sindaci Osservatorio Sud.
Il Sud alza la voce in Italia e in Europa, la speranza è che venga ascoltata perché questa sembra essere davvero l’ultima possibilità di sviluppo a cui potersi aggrappare.