Restano ancora molto critiche le condizioni del piccolo Antonio, il bambino di 6 anni ferito nell’agguato di domenica sera a San Severo durante i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio.
Nel mirino dei sicari c’era lo zio: Matteo Anastasio, pregiudicato di 42 anni del posto, già noto alle forze dell’ordine, che è rimasto vittima dell’omicidio. Il fatto è avvenuto poco dopo la mezzanotte, vicino la stazione.
L’uomo, che era alla guida di uno scooter con il nipotino, è morto poco dopo l’agguato. I killer, a bordo di una moto, approfittando della confusione dei festeggiamenti per la Nazionale di calcio, hanno esploso diversi colpi d’arma da fuoco per colpire Anastasio, incuranti della presenza del bambino che era a bordo del mezzo.
Al momento il bambino, ricoverato presso il reparto di rianimazione del Policlinico Riuniti di Foggia, “è in coma farmacologico ed è sottoposto a ventilazione assistita”. Di lui si occupa una équipe multidisciplinare composta da rianimatori, chirurghi e radiologi.
L’agguato è stato immortalato in un video amatoriale in cui si vede lo scooter che cade e una donna vestita di bianco, poi identificata quale moglie della vittima, che scappa via dopo i colpi esplosi. Intorno, la gente che festeggia per l’Italia e che, in un primo momento, non si accorge di nulla.
“Siamo tutti scossi, turbati per le modalità con cui è avvenuto il delitto“, ha commentato il sindaco di San Severo Francesco Miglio. “Ciò che ci lascia scioccati è la ferocia bestiale di queste persone, che non si sono fermate neanche dinanzi alla presenza di un bambino, minacciando l’incolumità di un soggetto debole”. Ieri, Miglio ha partecipato a una riunione online del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: “In questa sede, abbiamo chiesto un ulteriore rafforzamento dei dispositivi di sicurezza”, ha detto il Primo Cittadino di San Severo.
Un episodio che per la sua ferocia ha scosso l’intera Capitanata. “In queste ore”, fanno sapere dal Nosocomio foggiano, “viene strettamente monitorata l’evoluzione delle condizioni cliniche del bambino, soprattutto nella eventualità che si renda necessario un intervento chirurgico”.