Il racconto di Fabio Lattuchella
Quante persone seguivano la Serie A negli anni 90. Si era soltanto agli albori delle Pay TV, ma tutto il mondo sapeva che c’era il campionato italiano e poi c’erano tutti gli altri.
A maggio, 4 mesi prima della data a cui si riferisce questo racconto, con i 5 gol rifilati alla Triestina il Foggia aveva conquistato la promozione nella massima serie. Avevo 9 anni, gli occhi innamorati di quelle immagini di festa, scattate nella mente come tante fotografie. A tinte rossonere.
Da bambino, mio padre spesso mi portava in un bar. Al suo ingresso c’erano delle maglie nerazzurre, ricordo esposte in bella vista la 3, la 9, la 10, erano quelle dei tre tedeschi che avevano fatto grande l’Inter. Da lì nacque una simpatia per i meneghini che porterò con me per sempre. Ma il tifo, quello è altra cosa. E se sei nato a Foggia non puoi avere altro mito all’infuori di lei. La maglia rossonera.
Lo strano scherzo del destino ci portò, a settembre, a giocare la prima in Serie A proprio a San Siro. Inter-Foggia. Lo spettacolo nello spettacolo. Nei mesi estivi la città la ricordo in fermento, la cavalcata dei monelli di Zeman aveva portato il nostro orgoglio al massimo dell’esposizione. Ci si “impettiva” a dire “sono di Foggia”, anche al mare. Tutti aspettavano di vedere quella squadra tra i grandi che fino a quel momento eran stati avvistati solo in tv. E le attese, poi, non delusero. Anzi.
Del Foggia, da tifoso e da giornalista, ad oggi di partite ne ho viste parecchie, in casa e fuori. Ma quella mia prima volta in Serie A, vista alle 18:20 di 90’ minuto, mi rese rossonero per sempre.
La sera prima la immaginai, poi la sognai durante la notte quasi per tutti i 90 minuti. Nei miei pensieri il Foggia vinceva sempre. La realtà non si discostò di tanto. I satanelli spiccavano nella grafica della Rai. E nel tappeto verde della scala del calcio fu la sfrontatezza degli undici rossoneri a spiccare. Al cospetto dei campioni già fatti di Orrico, andò in scena uno spettacolo fantastico dei campioni del futuro, che diventeranno tali in maglia rossonera.
Come Baiano, che lasciò partire l’azione ad inizio ripresa (dopo un primo tempo equilibrato) dando palla a Rambaudi, che prese il fondo e la mise bassa al centro. Baiano ci arrivò, cadendo a terra per l’allungo, ma riuscendo a colpire a rete chiudendo un’azione bellissima. Vantaggio Foggia al Meazza. Eccezionale. Inaspettato. Bellissimo. Gli aggettivi per descrivere quei 9 minuti sono tanti, le emozioni invece no, quelle sono indescrivibili. Mancini fece il fenomeno su Klinsmann, Signori non concretizzò un contropiede, poi entrò Ciocci e la riprese per l’Inter che, com’è giusto che sia, nei 30 minuti finali provò anche a vincerla. Mancini tornò a fare il fenomeno in altre due occasioni, prima del fischio finale.
Quel giorno il Foggia si presentò a tutta l’Italia e al mondo che ammirava il nostro campionato. Fu l’inizio di un periodo florido in cui i rossoneri sprizzavano calcio da tutti i pori. E noi, foggiani, la felicità.
Io me ne innamorai, definitivamente.
Di Fabio Lattuchella