Esclusiva Mitico Channel – L’intervista ad Antonio Manicone – L’allenatore in seconda della Svizzera si racconta ai nostri microfoni

In esclusiva per Mitico channel, abbiamo intervistato l’ex centrocampista del Foggia, Antonio Manicone, attuale allenatore in seconda di Vladimir Petkovic, commissario tecnico della Svizzera.


L’ex perno del centrocampo rossonero nelle stagioni 89-90 e 90-91 si è concesso ai nostri microfoni parlando dell’impresa compiuta finora ai Campionati Europei dalla “sua” Svizzera, della sua carriera e della parentesi vissuta a Foggia.

L’intervista.

Buongiorno Mister, innanzitutto grazie per la disponibilità, la ricordiamo a Foggia come una persona molto seria, professionale e dedita al lavoro, oltre che per le sue indiscusse qualità tecnico-tattiche messe in mostra negli anni sul rettangolo di gioco, che le hanno consentito di partire dalla serie C2 fino ad arrivare alla convocazione in Nazionale e sfiorare i Mondiali USA 94.

Complimenti per la vittoria contro una Francia favorita sulla carta, ottenuta dopo una bella prestazione. I tifosi del Foggia avranno sicuramente simpatizzato per la Svizzera nel corso di questa partita.
Seferovic, andato via troppo presto dall’Italia, fino ad ora è stato il trascinatore ma nella rosa ci sono elementi di spicco come Sommer, Akanji, Mbabu, Xhaka, Freuler, Shaqiri, Embolo. Qual è il punto di forza del vostro gruppo?
La forza di questo gruppo è il gruppo stesso che valorizza le individualità.
Petkovic sta facendo un grande lavoro, questo è un gruppo composto da ventisei giocatori più un’altra trentina di componenti dello staff.
Naturalmente quando ci sono delle buone individualità queste si esaltano, se lavorano all’interno di un gruppo.


La prossima partita vi vedrà giocare contro la Spagna, che non sembra più quella di una volta per via del ricambio generazionale, state pregustando un altro sgambetto?

È normale che sulla carta la Spagna sia forte, ha grandi valori, stanno mettendo in pratica i principi che in questi anni hanno contraddistinto il calcio spagnolo, quindi grande possesso e riaggressione feroce sul portatore di palla.
Per noi sarà importante dare tutto quello che possiamo dare, come abbiamo fatto con la Francia, concentrandoci su noi stessi perché quando si dà tutto non ci si può rimproverare niente, questi sono valori che impari negli anni.
Ricordo i mitici anni di Foggia, con Zeman, questo era quello che mettevamo in campo, giocatori giovani, voglia di fare, Baiano, Signori, Rambaudi, Barone.
Mi piace guardare a quegli anni con grande affetto perché mi hanno insegnato tanto, come giocatore e come allenatore.


Quale squadra fino ad ora l’ha maggiormente impressionata?
Tenendo fuori la Svizzera, per scaramanzia, potrebbe fare un pronostico su quale sarà la squadra campione degli Europei?

I pronostici di solito li sbaglio, quindi non li faccio.
È normale che per quello che abbiamo visto, l’Italia è stata la squadra che con noi ha espresso il calcio migliore e sta dimostrando valori altissimi, non perde da 32 partite, grazie a Mancini ed al gruppo che è riuscito a formare.


La sua carriera da allenatore è iniziata con la trafila nel settore giovanile dell’Inter per poi passare alla Lazio come vice di Petkovic.
Com’è nato il rapporto con Petkovic?
Molto semplicemente, il preparatore atletico che collaborava con Petkovic era Paolo Rongoni, che avevo avuto da giocatore a Perugia, è stato lui il contatto ed una volta che è andato alla Lazio mi hanno contattato.


Pensa di intraprendere in futuro la carriera di primo allenatore, magari a Foggia?
Adesso a Foggia sta bene Zeman e speriamo che ci stia per tanti altri anni, lui, Pavone come direttore e Cangelosi come secondo.
Per quanto riguarda me, non so cosa mi riserverà il futuro, seguo la mia filosofia di vita, pensare al presente e lavorare al massimo e lavorando bene nel presente, il futuro sarà sicuramente roseo.

Ha giocato 2 stagioni con il Foggia, l’ultima culminata con la promozione in A ma senza vestire nella massima serie la maglia rossonera perché la stagione successiva passò di nuovo in B all’Udinese, dove conquistò un’altra promozione in massima serie risultando uno dei migliori per costanza e rendimento.
C’è rammarico per non aver avuto la possibilità di essere uno degli attori di Zemanlandia in serie A?

Io mi sono divertito con Zemanlandia in quei due anni di serie B perché comunque abbiamo costruito quello che poi è stato il Foggia della serie A.
Sono contento di tutta la trafila, anche perché poi, il passaggio all’Udinese mi ha permesso di andare all’Inter quindi, ragionando su quello che ho fatto, ho avuto una carriera in crescita e se avessi fatto altre scelte non so cosa sarebbe successo.


Che rapporto aveva con la piazza di Foggia?
Buono, come hai detto tu, sono un tipo che non parla molto, preferivo andare a casa dopo gli allenamenti, anche perché dopo gli allenamenti di Zeman dovevi andare per forza a riposare e quindi avevo poco contatto con i tifosi ma sentivo la loro stima.


Ci può descrivere il suo rapporto con Zeman? E’ ancora in contatto con lui?
Zeman non lo sento più, verso Zeman abbiamo tutti un senso di gratitudine per quello che ci ha dato ed insegnato in quegli anni.
E’ stato per me, insieme a Caramanno, che ho avuto a Palermo e Bagnoli all’Inter, tra gli allenatori che più mi hanno dato.


Ci sono ancora legami con i giocatori conosciuti durante la sua parentesi a Foggia?
Beppe Signori è quello con cui ci sentiamo, anche nei momenti un po’ negativi l’ho sempre sentito ed ho sempre creduto nella sua innocenza ed infatti poi, giustamente, è stato prosciolto da tutte le accuse e di questo sono veramente contento perché è davvero una brava persona.


Cosa pensa dell’ennesimo ritorno di Zeman? La sua visione del calcio potrà regalare ancora soddisfazioni ai tifosi dei Satanelli?
La visione del calcio di Zeman è sempre attuale perché si basa sempre su un calcio offensivo e propositivo.
Sono contento che rientri in una piazza dove ha fatto benissimo e credo che soprattutto con l’aiuto della società, che riuscirà a prendere giocatori validi per il suo tipo di gioco, il Foggia potrà fare bene.
E’ normale che magari ci vorrà un po’ di sostegno da parte dei tifosi, di pazienza e di rodaggio perché ricordo che anche nel Foggia in cui militai io in serie B, i primi sei mesi eravamo nei bassifondi della classifica.


Vuole mandare un saluto ai tifosi del Foggia?
Saluto tutti i tifosi ed in particolare Marcello, l’allora segretario del corso di Scienze Motorie di Foggia, Mata dell’ex ristorante “Il Rugantino” e Mario De Vivo, che sono persone con le quali mi sento tutt’ora.
Sono davvero molto legato all’ambiente, che è stata una tappa importante della mia vita.


(La redazione ringrazia Antonio Paradiso per la gentile collaborazione prestata)

1 commento

  1. Ciao Antonio Manicone Mi ha fatto tanto piacere che hai ricordato il periodo fantastico dell’isef di Foggia e Marcello il segretario. Quindi spero ti ricordi anche del periodo della preparazione fisica al concorso.

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