Regione Puglia: lavoro nei campi dalle 12.30 alle 16.00, uno stop con il punto interrogativo

Michele Emiliano ha emanato l’ordinanza n.182 avente ad oggetto “Attività lavorativa nel settore agricolo in condizioni di esposizione prolungata al Sole”.

Nei giorni scorsi il caso di Camara Fantamadi un bracciante 27enne, originario del Mali, morto tornando a casa nel brindisino dopo diverse ore passate al lavoro nei campi, ha riacceso i riflettori sulle condizioni di lavoro dei braccianti agricoli. Altri decessi, probabilmente dovuti anche alle temperature torride, si sono verificati in questi giorni nei campi del Salento e tragedie analoghe si sono avute in passato, ricordiamo il caso di Paola Clemente, la 49enne bracciante di San Giorgio Jonico che morì d’infarto la mattina del 13 luglio del 2015 nelle campagne di Andria, mentre era dedita all’acinellatura dell’uva in condizioni climatiche proibitive.

Lunedì scorso, il sindaco di Nardò, Pippi Melone, aveva emanato un’ordinanza a tutela dei braccianti vietando il lavoro nei campi sull’intero territorio comunale dalle 12.30 alle 16,00, tenuto conto del rischio di esposizione alle temperature elevate e analogo provvedimento era stato poi emanato anche dal sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi.

Oggi Emiliano, come si legge nell’ordinanza, estende “il divieto di lavoro in condizioni di esposizione prolungata al Sole, dalle ore 12:30 alle ore 16:00 con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2021, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo”.

Finalmente, ci sentiremmo di dire, però nella stessa ordinanza si legge anche che lo Stop al lavoro è da intendersi, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” ore 12:00, segnali un livello di rischio “ALTO”.

Bisogna quindi collegarsi al sito indicato per capire se poter lavorare o meno nelle ore più calde della giornata.

Siamo andati a visualizzare le pagine indicate e abbiamo riscontrato che le mappe a cui è affidato il compito di indicare le aree ritenute a rischio sono di difficile lettura, nel senso che indicano in maniera molto approssimativa i luoghi a rischio nelle varie fasce orarie. Una piccola macchia rossa nel centro del Tavoliere indica ad esempio l’area a rischio alto nella fascia oraria delle 12.00 – quella indicata nell’ordinanza – per la giornata del 26 giugno e quell’area potrebbe coincidere con la zona di Cerignola, ma forse comprendere anche Margherita di Savoia e Andria. Non c’è una chiara delimitazione delle aree a rischio e di conseguenza anche per chi volesse attenersi all’ordinanza del presidente Emiliano, ci sarebbero oggettive difficoltà nel capire se far lavorare o meno i braccianti.

Un tempo, i nostri nonni, lavoravano nei campi alzandosi prestissimo al mattino ed evitando sempre le ore calde della giornata, senza mappe di rischio. Oggi le regole del caporalato rendono necessario far proseguire il lavoro per l’intera giornata e il bracciante, spesso irregolare, non può che accettare, pur di lavorare, questa imposizione.

Una ordinanza ottima nelle intenzioni ma che temiamo, avrà scarsa applicazione e poche possibilità di essere monitorata anche dagli enti preposti al controllo, qualora esistessero.

Scarica l’ordinanza regionale: