Seguire l’andamento delle partite del Foggia in tempo reale, specie quelle in trasferta, è oggi una cosa normalissima. Di solito si assiste alla partita in tv comodamente in poltrona o collegandosi a siti Internet.
Fa sorridere pensare a quanto accadeva 50-60 anni fa per riuscire a conoscere il risultato finale della gara. Sì, ma che succedeva? Il tormentone ricorrente era “Che ha fatt’ u’ Fogge?”. La risposta si faceva attendere perché i mezzi di comunicazione di quei tempi erano quelli che erano. Si è passati dalla notizia appresa dallo stringato messaggio telegrafico ai risultati finali ascoltati dalla radio, con il cuore in gola.
Nei primi anni ’50, quando il Foggia era in serie C si riusciva a sapere il risultato della partita con un dispaccio telegrafico. Proprio così! A quei tempi la sede della società del Foggia era in Via Scillitani, dove ora si trova una circoscrizione comunale. Assiepati davanti al club, centinaia di tifosi aspettavano con ansia notizie sulla partita. Per sapere il risultato, un ruolo fondamentale lo svolgevano i ferrovieri. Spesso ci si serviva proprio delle linee telegrafiche ferroviarie per comunicare a Foggia il risultato della partita. I tanti ferrovieri foggiani, con l’aiuto dei colleghi della città dove giocava la squadra, trasmettevano la notizia con il telegrafo a Foggia. I Capi Stazione chiudevano un occhio di fronte a tanta sana passione calcistica. Il dispaccio arrivava a Foggia nell’ufficio posto al primo binario della stazione ferroviaria, lato nord, dove sostava già una piccola folla di tifosi in trepidazione. Il messaggio era recapitato poi alla società da un incaricato o da semplici volontari. Il tratto di strada dalla stazione a via Scillitani, lungo tutto il viale XXIV maggio, era percorso con euforia o delusione a secondo dell’esito dell’incontro. In caso di risultato favorevole per i rossoneri, il messaggero, novello Filippide, arrivava di corsa orgogliosamente sventolando il dispaccio che annunciava la vittoria. Era accolto come un eroe ed affiggeva subito il telegramma sul portone della sede del club. Il testo del dispaccio telegrafico, affisso sul portone della sede della società era più o meno il seguente: “Il Foggia ha vinto 2-1 stop”, oppure “Satanelli sconfitti 1-0 stop”. Il boato di gioia o le imprecazioni di rabbia e delusione davano il via agli interminabili commenti dei tifosi.
All’inizio degli anni ‘60 nacque la straordinaria trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto”, che trasformò i pomeriggi della domenica pallonara degli italiani. I collegamenti iniziavano all’avvio dei secondi tempi. Se il Foggia era in serie A o B, si poteva sapere subito quello che succedeva. Anche la serie C era interessata, ma solo se la partita era inserita nella schedina Totocalcio. “Tutto il calcio” prevedeva collegamenti con 4 campi di serie A ed uno di B. I Satanelli a quell’epoca erano fra i cadetti e se la partita del Foggia non era fra i campi collegati, si poteva sapere il risultato parziale solo verso il 10’ del secondo tempo. Attaccati alle maxi radio dell’epoca, si potevano avere, al massimo, un altro paio di aggiornamenti per poi apprendere, di botto, con un’incredibile ansia, dallo studio centrale del mitico Roberto Bortoluzzi i risultati finali in serie B. “Tutto il calcio”, ancora oggi, con il suo ritmo e la velocità conserva una modernità incredibile. Ha anticipato di 50 anni le attuali news e tiene testa anche alle interazione tipiche dei social network. Il fascino della radio rimane comunque ancora inarrivabile. Come non ricordare, ad esempio, i brividi che precedevano il collegamento con gli stadi, le attese, le interruzioni ed i boati per i gol che ci ha regalato “Tutto il calcio”? Chi non ha mai chiuso gli occhi per immaginare i giocatori correre verso la porta su un “campo in perfette condizioni” o scivolare sul “terreno inzuppato dalla pioggia”? C’erano alcuni radiocronisti tanto bravi da farti “vedere” la partita! A quei tempi in cui dominava la radio, la Tv cominciava a farsi largo. Era però davvero un’impresa vedere le immagini delle partite. Qualche volta, e solo quando il Foggia giocava in Lombardia o a Roma, c’era la speranza, spesso tradita, di vedere qualche secondo di filmato, ma solo il lunedì sera o il mercoledì, in coda ai pochi tg sportivi del tempo. Vi assicuro che pur seguendo con assiduità tutte le trasmissioni, ho visto pochissimi filmati delle partite esterne del Foggia in serie B.
Andava meglio quando il Foggia giocava in casa. Chi non poteva andare allo stadio ed era impaziente di conoscere il risultato senza aspettare la radio, telefonava al “Bar Stadio”, vicinissimo allo “Zaccheria”. Il titolare del locale, Francesco Paolo Donatacci, assisteva alla partita dalla curva di viale Ofanto insieme al figlio Giuseppe, ma scappava via un quarto d’ora prima della fine per essere pronto con caffé e bibite all’assalto del post partita. Il bello era che il bar fungeva anche da centralino: arrivavano molte decine di telefonate da tutt’Italia con la domanda di rito: “Che ha fatto u’ Fogge?”. Mentre servivano un caffè o una birra, dal bar Stadio rispondevano alle tantissime chiamate dicendo direttamente il risultato: “Ha vinto 2-1” e spesso dicevano anche i marcatori.
Negli anni del boom del Foggia in serie A(dal ‘64 al 67), la squadra di calcio era l’orgoglio di tutti. Anche chi abitualmente non si interessava di calcio fu contagiato dalla passione e dal tifo per i colori rossoneri.
La domenica, dopo le partite interne, nelle tante stradine attorno a viale Ofanto, molte auto di passaggio incrociando tifosi all’uscita dello stadio, abbassavano il finestrino e chiedevano: “Che ha fatt’ u’ Fogge?”.
Anche dalle finestre e dai balconcini bassi di via Mazzini e via Ricci, la richiesta era la stessa. Molte volte la domanda arrivava da candide nonnine che chiedevano con curiosità e gentilezza: “Giovanee, sapìt che ha fatt’ u’ Fogge?”. “Ha vind? Meh, meehh. Grazie.
In copertina, una foto di Oronzo Pugliese (Allenatore del Foggia 1961-1965)