L’Istituto nazionale di statistica (Istat) e l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha presentato il sesto rapporto sull’impatto della pandemia da Covid 19 sulla mortalità totale della popolazione residente, analizzando i dati 2020 e del primo quadrimestre 2021.
Numeri impietosi che ci raccontano la drammaticità e la gravità della pandemia che ci ha colpito, con buona pace di quanti, ancora oggi, tendono a sottovalutare le morti per Covid-19
“Nel 2020 – si legge nel rapporto – il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146 decessi, 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso). In tale valutazione, precisa l’Istat, occorre tener conto che nei mesi di gennaio e febbraio 2020 i decessi per il complesso delle cause erano stati inferiori di circa 7.600 unità a quelli della media dello stesso bimestre del 2015-2019 (in pratica ad inizio 2020 si erano registrati meno morti rispetto agli anni precedenti, n.d.r.) e che i primi decessi di persone positive al Covid-19 risalgono all’ultima settimana di febbraio 2019. Pertanto, volendo stimare l’impatto dell’epidemia sulla mortalità totale, è più appropriato considerare l’eccesso di mortalità verificatosi tra marzo e dicembre 2020. In questo periodo si sono osservati 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019 (21% di eccesso)”.
In buona sostanza nel solo 2020 è come se avessimo cancellato dalla nostra cartina geografica, in termini di popolazione, una intera città di media dimensione.
A livello di distribuzione territoriale, nel 2020 il Nord ha pagato il tributo più alto in termini di decessi: il 60% dei casi e il 71% dei decessi si è concentrato in questa area geografica. Inoltre, la Regione Lombardia è stata quella che durante tutto l’anno ha riportato il maggior numeri di casi e conseguentemente di decessi Covid-19. In generale il Centro e il Mezzogiorno hanno registrato tassi di poco superiori agli anni precedenti.
A livello provinciale Bergamo si conferma essere la provincia con la più alta mortalità generale rispetto agli anni precedenti, seguita da Cremona, Lodi e Piacenza. Nel Centro, la Provincia con il più alto tasso di mortalità rispetto al periodo di riferimento 2015-2019 è stata Pesaro Urbino, mentre nel Mezzogiorno la più colpita è stata Foggia.
Riportiamo una nostra elaborazione grafica dei dati Istat riferiti alla sola regione Puglia in cui si evidenzia come Foggia sia stata la provincia che ha avuto il più alto incremento, oltre il 20% di morti in più nell’anno 2020, rispetto alla media dei decessi calcolata nel periodo 2015/2019 e questo triste primato, lo ribadiamo, è confermato anche a livello di intero Mezzogiorno.
Nei primi 4 mesi del 2021 (periodo di analisi 1 gennaio 30 aprile) l’impatto della mortalità per Covid-19 sulla mortalità generale è aumentato soprattutto nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno. “Questo fenomeno è ascrivibile, viene spiegato nel rapporto, a vari fattori. In primis è aumentata la capacità di rilevazione dei decessi Covid-19 da parte delle Regioni e conseguentemente del Sistema di sorveglianza, inoltre lo scenario di diffusione del virus è notevolmente mutato interessando le regioni del Centro e del Mezzogiorno le quali avevano registrato una scarsa presenza del virus nella prima parte del 2020. Da marzo 2021 si cominciano ad osservare gli effetti positivi della campagna vaccinale che ha prioritariamente puntato a proteggere la popolazione più fragile ed anziana”.Numeri impietosi che meritano una attenta analisi e risposte sui motivi che hanno determinato questo triste primato per la nostra provincia.