Non si è fatta attendere la risposta del Senatore De Bonis circa gli attacchi pesantemente mossi da Cia Puglia nei suoi confronti. Il parlamentare, in forza alla XVIII legislatura e nominato quale componente della IX Commissione permanente Agricoltura a Palazzo Madama dal 2018, è noto in Capitanata specialmente per il suo impegno condiviso con “Grano Salus” e finalizzato all’assegnazione di una Commissione Unica Nazionale sul prezzo del Grano con sede a Foggia.
Un modo per far fronte alle speculazioni sull’import e l’export del grano di cui è vittima il comparto agricolo.
Al centro della polemica la pretesa volontà da parte della Confederazione che rappresenta gli agricoltori in Puglia di accelerare i tempi della politica per la designazione della sede CUN a Foggia, un attacco tanto diretto quanto inaspettato dal Senatore che proprio in questi giorni aveva sollecitato le associazioni di categoria ad intervenire in audizione alla Commissione Agricoltura in Senato per avviare una concertazione e cercare soluzioni utili nell’interesse del comparto agricolo pugliese, che vanta la maggior produzione di grano nel mondo.
“Sono sorpreso che la Cia Puglia abbia mosso questi pesanti attacchi nei miei riguardi e non ne comprendo il motivo tanto più perché sono idee non in linea con la Cia nazionale che, a differenza di quella pugliese, non ha mosso alcuna critica nei miei confronti. Questo già la dice lunga sulle idee della Confederazione che dovrebbe mirare ad obiettivi comuni, fare squadra e difendere con responsabilità gli interessi degli agricoltori”, spiega De Bonis raggiunto telefonicamente da Mitico channel. “Solo pochi giorni fa avevo avviato una trattativa, un tavolo di confronto in cui ho posto le associazioni di categoria di fronte a quesiti importanti che rappresentassero le istanze degli agricoltori, cercando soluzioni comuni e punti d’intesa così da portare avanti questo progetto. In quell’occasione, tutti parevano avere a cuore la questione CUN senza però specificare le ragioni dei lunghi ritardi nell’intesa per rendere pienamente operativa la Commissione unica nazionale. Un confronto che dura da oltre 3 mesi”, continua il Senatore membro della Commissione Agricoltura, “senza però trovare una via d’uscita; questo perché i sindacati fanno “melina”, sottolinea De Bonis: “dicono di badare agli interessi degli agricoltori, poi pensano a tutt’altro, sono lontani i tempi di uomini come Giuseppe Di Vittorio.”
Nei giorni scorsi il Senatore De Bonis aveva anche esplicitamente parlato di navi panamensi che, proprio in prossimità della trebbiatura, attraccano indisturbate nei porti pugliesi, una questione sollevata in un momento storico difficilissimo per il comparto del grano penalizzato e drogato dall’import e dall’export con una bassissima qualità del prodotto estero importato che fa crollare in maniera esponenziale i prezzi del grano biologico italiano e pugliese (quest’anno sceso a 28 euro al quintale rispetto a quello convenzionale). Di qui la volontà del Senatore di accendere i riflettori su un corretto meccanismo di formazione dei prezzi che potrebbe essere riequilibrato con la CUN e restituire al Mezzogiorno il dovuto, conferendo al grano pugliese uno standard internazionale di valore per ripartire in modo equo tra tutti gli attori coinvolti”.
Nella lunga conversazione, De Bonis ha dichiarato con forza di avere a cuore i bisogni degli agricoltori e le loro necessità.
“I lavoratori agricoli si impegnano ogni giorno in maniera estenuante nei campi, fanno grossi sacrifici, sono persone riservate e con senso pratico. Io stesso”, continua il Senatore, “prima di essere un politico sono un agricoltore e conosco i loro bisogni. Mentre la Confederazione che dovrebbe difenderli e rappresentarli (Cia Puglia) fa proclami o sterili polemiche, senza nemmeno citare riferimenti e provenienze sull’arrivo di navi con carichi esteri di grano, dimentica che al centro ci sono i disagi di una categoria pesantemente danneggiata e che ha bisogno di risposte concrete. E poi, se una organizzazione sindacale muove delle accuse ha il dovere di citare le fonti di prova.”
Andrà avanti con la CUN, Senatore, quali i tempi e quale il prossimo step?
“Si parla di CUN da quando c’era il Ministro Maurizio Martina, da allora ne sono passati 4 di Ministri ma senza risolvere il problema. Io continuerò a portare avanti con perseveranza e volontà il progetto che è iniziato con il collega Giuseppe L’Abbate. Senza l’azione costante mia e dell’Onorevole L’Abbate la legge sulla CUN e sulla trasparenza non avrebbe visto la luce. La CUN dovrà partire quanto prima, siamo ancora in fase sperimentale ma se non ci saranno ulteriori ritardi e si riuscirà a fare sintesi raggiungeremo presto l’obiettivo.
Sono tanti i problemi del comparto agricolo, un settore di cui vive quasi tutto il Mezzogiorno. Quali sono gli altri temi al centro dell’attenzione della Commissione e quali le soluzioni?
“Mi hanno scritto agricoltori del comparto lattiero-caseario. Oggi, per esempio, sono in Basilicata e sto dedicando tempo anche a rappresentare queste istanze. La settimana scorsa mi sono fatto promotore di una interrogazione sulla speculazione dei prezzi delle ciliegie che, così come il grano duro, hanno uno squilibrio abnorme tra il prezzo pagato ai produttori di ciliegie (1 euro al Kg) e quello con cui viene venduto nei supermercati (fino a 16 euro al chilo), garantendo un margine spropositato alla grande distribuzione.
Tutto il mondo agricolo è in serie difficoltà e lo è anche a seguito delle ricadute economiche della pandemia, è un momento difficile per tutti ed ora abbiamo la necessità di operare e riattivare l’economia. In agricoltura la materia prima dei produttori continua a scendere di prezzo a causa della speculazione che va in danno ai piccoli operatori agricoli, si ragiona soprattutto sui numeri e bisogna lavorare sulla linea della trasparenza e sostenere questa categoria. Lo ribadisco”, chiude il Senatore, “prima di essere un rappresentante dello Stato sono un agricoltore e conosco i sacrifici di questi lavoratori. E poi, da un’agricoltura sana, sostenibile e redditizia per i produttori dipende il benessere di tutte le nostre comunità, e di conseguenza il bilancio sanitario dell’Italia”.