Il dovere della memoria, Foggia non dimentica il sacrificio di Luigi Pinto

Alle 10.30 di domani, anniversario della morte dell’insegnante e attivista sindacale foggiano a seguito delle ferite riportate in Piazza della Loggia, teatro della terribile strage che colpì la città di Brescia nel 1974, Cgil e Flc insieme al Comune di Foggia deporranno due corone di fiori al monumento eretto in memoria di Pinto sull’omonimo viale cittadino.

L’1 giugno 1974, quattro giorni dopo la terribile bomba esplosa in Piazza della Loggia a Brescia, moriva per le ferite riportate a seguito dell’attentato l’insegnante foggiano Luigi Pinto. Aveva solo 25 anni ed era un militante della Cgil Scuola. Luigi era uno dei tanti professori meridionali costretti ad emigrare al Nord per trovare lavoro. In quella fatale mattinata di 47 anni fa era in piazza per prendere parte alla manifestazione antifascista convocata dalle organizzazioni sindacali e dal comitato antifascista bresciano, a seguito di una serie di violenze e altri piccoli ordigni esplosi in città di matrice neofascista.

Fu l’ottava vittima della strage che solo a distanza di 43 anni e 11 processi ha portato alla condanna definitiva dei colpevoli, i militanti neofascisti di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, coperti da uomini dei servizi segreti italiani.


Come ogni anno la Cgil e la Flc Cgil di Foggia intendono rinnovare il patto di memoria e di impegno antifascista con una piccola cerimonia e la deposizione di una corona di fiori che, nel rispetto delle norme anti-covid, sarà celebrata martedì 1 giugno alle ore 10.30 presso il monumento che il sindacato ha voluto e fatto realizzare nel 2013 su viale Luigi Pinto, nei giardini all’altezza dell’area mercatale.

Una corona di fiori sarà deposta dal Comune di Foggia, rappresentata dal Commissario prefettizio dott.ssa Marilisa Magno.

All’iniziativa parteciperanno il segretario generale della Camera del Lavoro di Foggia Maurizio Carmeno, il segretario generale della Flc Cgil di Capitanata Angelo Basta e i famigliari di Luigi Pinto.