Riconversione CARA – Di Lella, Fai Cisl: “Insieme per potenziare la lotta al Caporalato”

Due giorni fa l’arrivo a Foggia del presidente della regione Puglia Michele Emiliano che ha siglato l’intesa tra l’apparato regionale ed ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione – che consentirà di riconvertire l’ex centro d’accoglienza Cara di Borgo Mezzanone, sito alle porte della città,  in foresteria regionale.

Un progetto di circa otto milioni di euro che prevederà la realizzazione di 1.300 nuovi posti per i migranti che attualmente vivono nella baraccopoli adiacente e l’attivazione di uno ‘sportello lavoro’, un centro per l’impiego, dove sarà possibile far incontrare domanda e offerta, ed un’opera che intenderà intervenire soprattutto sull’annosa questione legata allo sfruttamento dei migranti che risiedono in quei luoghi.

Nel dibattito legato alle condizioni dei migranti e all’intervento cui è tesa la regione Puglia, interviene anche Fai Cisl che, con il segretario generale Donato di Lella, fa sapere che: “In attesa della riconversione del CARA si continua a rafforzare il lavoro di assistenza ai migranti di Borgo Mezzanone”, Di Lella precisa come la segreteria della Cisl abbia sempre tenuto a cuore la questione e rimarca la volontà di accelerare i tempi per la realizzazione dell’opera e la riqualificazione dell’area. “Uno sforzo comune contro caporalato e sfruttamento”, afferma di Lella che continua nella nota: “La firma del protocollo per la riconversione del CARA è un’ottima notizia, che del resto premia il lavoro incessante della Cisl di Foggia che da anni aveva chiesto e promosso questa soluzione per avviare concretamente il processo di riqualificazione e di perfetta integrazione con l’intera comunità.

Ora siamo chiamati tutti a continuare nello sforzo quotidiano – prosegue il Segretario della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori Come FAI Cisl ripetiamo l’invito per un fronte comune attraverso la rete degli interventi, perché l’impegno tra istituzioni, forze datoriali e forze sociali si potenzi quotidianamente nella direzione di incentivare la lotta al caporalato, allo sfruttamento, al lavoro irregolare per garantire dignità personale e sicurezza del territorio”.

 Le condizioni in cui vivono gli stranieri del ghetto sono note da tempo e si possono considerare al limite della tollerabilità umana. Sono uomini e donne, in maggioranza stranieri regolari che lavorano duramente e che hanno bisogno di tutto, anche di assistenza informativa per le pratiche di lavoro, oltre che di aiuti per la sussistenza.