Agroalimentare: prezzi shock sugli scaffali, Cia Puglia rivendica lo “strapotere” della grande distribuzione

Monta la polemica tra gli agricoltori di Cia Puglia che denunciano l’allarme caro prezzi del mercato delle ciliegie. Dai dati diffusi dalla confederazione italiana agricoltori, il prezzo concordato ai produttori risulterebbe di 1 euro, mentre tra gli scaffali dei supermercati quelle stesse ciliegie arriverebbero a costare fino a 10 o 12 euro al chilogrammo.

Oltre che un’ingiustizia palese, si tratta di una dinamica che uccide il settore, disincentivando investimenti e lavoro”, spiega Felice Ardito, presidente dell’area Levante di Cia Puglia, “ed agli agricoltori, considerando le spese di produzione, il ricavato è di un decimo del profitto rispetto alla Grande Distribuzione Organizzata”.

All’inizio della campagna cerasicola di quest’anno, sembrava che il prezzo corrisposto ai produttori potesse essere soddisfacente, ma così non è stato. Particolarmente attesa, dopo le difficoltà del 2020, era la campagna della varietà Ferrovia, soprattutto nelle zone a più alta vocazione nella coltura della ciliegia, prodotta non solo a Foggia ma anche nell’area a sud di Bari (Turi, Conversano, Putignano) e a Taranto (Crispiano). La Puglia detiene infatti il primato nazionale degli ettari coltivati che ammonta ad oltre il 60% della produzione italiana.

Per il Presidente Cia Puglia, Raffaele Carrabba:Siamo di fronte a un vero e proprio sfruttamento da parte delle multinazionali a danno degli agricoltori, un danno pesantissimo cui la politica dovrà occuparsi per accendere un dibattito pubblico che tuteli gli interessi degli agricoltori”.

Uno squilibrio in cui ad essere penalizzato è il produttore agricolo, su cui già pesano le conseguenze legate alla crisi pandemica e ai cambiamenti climatici .“Un problema enorme” continua Carrabba, “sempre più pressante e ineludibile che necessità dell’ascolto e dell’intervento immediato della politica”.

 Si richiede, dunque, una soluzione certa e risposte concrete che riequilibrino la dinamica nella formazione dei prezzi aumentando il potere contrattuale del comparto primario.

Noi organizzazioni agricole ce la stiamo mettendo tutta”, chiude Carrabba “sostenendo soprattutto la nascita di cooperative, l’attivazione di nuove organizzazioni di produttori, la vendita diretta dal contadino al consumatore, la digitalizzazione delle aziende per aprire canali di e-commerce, ma la rete e i canali della GDO al momento continuano ad avere uno strapotere che crea disequilibri, ingiustizie e pericoli non solo per i produttori ma anche per i consumatori”.