Legalità, parla Don Ciotti: la politica faccia la sua parte ma noi dobbiamo diventare cittadini responsabili

Si è concluso a Calimera, in Salento, l’itinerario della legalità che ha avuto come prima tappa Foggia, dove nella mattinata di ieri il governatore della Puglia ha firmato il protocollo di riconversione del C.A.R.A. di Borgo Mezzanone che si trasformerà in foresteria regionale. Un progetto teso a fermare lo sfruttamento degli immigrati e dare una alternativa al caporalato.

Ieri, intorno alle 19, Don Luigi Ciotti, presidente dell’Associazione contro le mafie Libera ha celebrato una messa per ricordare Antonio Montinaro, agente della scorta Falcone morto insieme agli altri due suoi colleghi, Rocco Di Cillo e Vito Schifani, al giudice Giovanni Falcone e alla moglie di Falcone Francesca Morvillo.

Una iniziativa organizzata con l’associazione Nomeni, fondata dalla sorella di Antonio: Matilde. Un momento di riflessione e preghiera nella città ed una cerimonia religiosa sentita e partecipata dove, accanto a Matilde Montinaro e alla sua famiglia, c’erano anche Michele Emiliano, il procuratore generale della Repubblica di Lecce Antonio Maruccia, il prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, il questore di Lecce, e tutta l’amministrazione comunale di Calimera.

Per noi questo è un momento quasi familiare, ma che mira anche a dare il segno di una regione intera impegnata quotidianamente a favore della legalità, nella lotta alla criminalità mafiosa e in generale a tutte le illegalità”, ha rimarcato Michele Emiliano. Nel corso della manifestazione le parole toccanti di Don Ciotti, inarrestabile attivista e trascinatore, da quasi 30 anni in prima linea nella lotta a criminalità e mafia.

Memoria, giustizia e impegno sociale per Don Ciotti, simbolo dell’antimafia sociale a cui Foggia nel 2017 ha conferito la cittadinanza onoraria. “Oggi la mafia è cambiata, si spara di meno, c’è meno sangue ma la mafia c’è, esiste, e c’è una normalizzazione delle mafie e dei loro derivati”. Il riferimento del presidente di Libera è alle agrimafie, alle ecomafie, al riciclaggio. “Oggi le mafie sono globalizzate, hanno volti nuovi ed usano le nuove tecnologie”, ha spiegato Don Ciotti che ha aggiunto: “il sacrificio di questi uomini deve servire a tenere viva la memoria, chiediamo alla politica di fare la propria parte ma dobbiamo essere anche noi cittadini responsabili. Oggi c’è una parola nuova: rigenerare. Se non ci rigeneriamo, ci degeneriamo”.

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