Legalità, l’itinerario di Emiliano parte da Foggia. Le video-dichiarazioni del presidente della regione

É partito da Foggia l’itinerario dedicato alla legalità organizzato dalla regione Puglia in cui il Presidente Michele Emiliano è arrivato in città per sottoscrivere il protocollo di riconversione e rimodulazione del centro di accoglienza migranti di Borgo Mezzanone che sarà trasformato in foresteria regionale.

Un appuntamento che ha preceduto l’incontro con gli studenti di San Vito dei Normanni, nel brindisino, e che si chiude in Salento con l’arrivo del presidente di Libera contro le mafie, Don Luigi Ciotti, per celebrare, insieme ai familiari delle vittime innocenti di mafia, Antonio Montinaro, Caposcorta del giudice Falcone.

Nell’occasione il governatore ha espresso la vicinanza alla comunità foggiana, alla luce degli ultimi fatti di cronaca giudiziaria che hanno interessato l’amministrazione comunale di Foggia.

Foggia non si arrenderà mai”, ha dichiarato l’ex magistrato Michele Emiliano, “non bisogna perdersi d’animo e non bisogna pensare che sia una città senza futuro. Sono veramente felice di essere qui oggi. Questa città è per la Regione Puglia importantissima, per me è importantissima, e noi faremo di tutto per consentirle di superare in fretta qualunque tipo di problema si dovesse verificare”.

A margine della sottoscrizione del Protocollo d’Intesa per la riconversione in foresteria regionale del C.A.R.A., alla presenza del Prefetto di Foggia Raffaele Grassi, cui ha partecipato anche il vicepresidente Raffaele Piemontese, Emiliano ha espresso fiducia nei confronti della magistratura: “sono periodi complicati per tutte le istituzioni, anche per la magistratura pugliese, ne sono successe di tutti colori, lo dico da magistrato e la cosa mi ha afflitto moltissimo. Sono stati tanti i problemi delle istituzioni politiche, ci sono problemi economici, ci sono persone che si comportano male e soprattutto ci sono problemi di mafia pesantissimi che vanno affrontati oggi”.

Nel suo intervento il Presidente della Regione ha ricordato, altresì, le parole della lettera di Arcangela Petrucci, vedova di Luigi Luciani e cognata di Aurelio vittime innocenti di mafia, pubblicata venerdì su Repubblica. “Una lettera che”, ha sottolineato Emiliano, “descrive un modello al quale la città e la provincia di Foggia possono ispirarsi. Quella donna in questo momento ha compreso quello che forse lei stessa non aveva capito fino a prima della tragedia che l’ha colpita. Le tragedie sono durissime, ma come insegna Don Luigi Ciotti – che stasera incontrerò a Calimera – le vittime di mafia hanno delle consapevolezze che vogliono regalare ai cittadini che non hanno avuto quel dolore e che loro, invece, hanno messo a fuoco con lucidità. Come ha fatto la signora Luciani. Sono orgoglioso di questa cittadina della provincia di Foggia”, ha chiuso il governatore. Don Ciotti è il simbolo della lotta alla mafia in Italia ed è stato colui che insieme ad altri ebbe l’intuizione che bisognava “organizzare il bene” dando così vita a Libera, ad Avviso Pubblico e ad una serie di associazioni e organizzazioni che da allora combattono contro le mafie per l’affermazione della legge e della giustizia.

Emiliano ha partecipato in mattinata anche ad un evento a San Vito dei Normanni, dove è intervenuto in videoconferenza alla commemorazione della strage di Capaci organizzata dal Primo Istituto Comprensivo della città, nel corso della quale è stata presentata ai ragazzi l’esperienza della lotta dei cittadini sanvitesi contro il racket.

Quando arrivai alla Procura di Brindisi – ha ricordato Emiliano – Falcone era appena stato in città perché in quella zona si erano insediati una serie di soggetti, coinvolti nel traffico di droga e contrabbando di sigarette, direttamente legati a Cosa nostra. Cosa nostra è un ordinamento giuridico, è un modo di pensare, è una organizzazione criminale, ma è a che una organizzazione economica che quindi tende ad espandersi e ad andare ovunque ci sia spazio. Ogni volta che trovano spazio, si insediano. E Falcone era molto interessato a queste indagini sulle organizzazioni criminali di Fasano, perché si completavano con le sue indagini sull’organizzazione siciliana. E quindi un’altra caratteristica di queste vicende è l’interconnessione. Cioè bisogna avere la testa che fa connessioni, che crea paralleli”.

Poi il presidente ha aggiunto: “Oggi noi stiamo ricordando Giovanni Falcone, perché Giovanni era una di quelle persone che aveva intuito che la lotta alla mafia non si fa solo con le indagini, con gli arresti e con le attività repressive, ma si fa anche con la cosiddetta antimafia sociale”.

LE DICHIARAZIONI DI EMILIANO: