Foggia: un finale amaro per una storia bellissima

Era meglio perdere contro il Catania. Forse è questa l’inquietudine più comune, tra i molteplici pensieri dei tifosi rossoneri. Una contraddizione certo, dettata per lo più, dallo sconforto di un altro derby perso in questa stagione. La sfida più importante che ha accompagnato il Foggia ed il Bari, all’appuntamento decisivo di un campionato senza fine. Le premesse per una grande gara c’erano tutte. La tensione di un classico pugliese, la posta in palio e l’ennesima sfida tra due squadre in perfetto equilibrio negli ultimi risultati della stagione: due vittorie, un pareggio e due sconfitte. Una simmetria che si è ripetuta anche nei derby stagionali: una vittoria per parte con lo stesso risultato (1-0). Un’armonia che prima o poi avrebbe subito l’inevitabile irruenza della legge dei numeri e portato il piatto della bilancia verso una delle due squadre. Un’ineluttabilità arrivata dopo 90’ e che ha visto sventolare la bandiera del Bari: 3-1 il risultato finale.

Un triste epilogo per i cuori rossoneri, figli della grande esibizione del Massimino di Catania. Una prestazione smorzata sul nascere da un Bari corsaro, determinato e cinico. Tre aggettivi che in questa stagione hanno caratterizzato proprio la squadra di Marchionni. Vere forze di un gruppo che è riuscito a trasformare la straordinarietà in normalità, ma che al San Nicola è rimasto incagliato nelle fantasie dei suoi tifosi. Merito di un Bari abile nel disinnescare le armi principali di questo Foggia: intensità, determinazione e quella coesione tra i reparti che tanto ha rappresentato questa squadra. Un approccio solido, cinico che ha mandato in difficoltà i ragazzi di Marchionni. “ Non abbiamo sfruttato —afferma il tecnico nel post gara — il momento della palla. Secondo me c’erano tanti spazi che il Bari ti lasciava. Abbiamo incontrato comunque una grande squadra che aveva preparato al meglio la partita. C’era la possibilità di far meglio ed è un peccato. Perché avevamo iniziato bene, ma poi siamo andati in difficoltà nel momento della gestione.” Un’analisi chiara, diretta e che ha allargato la visione su ciò che è stato e non è stato.

La grande occasione di Balde al 60’ (tiro alto sulla traversa) ha racchiuso le rimanenti speranze rossonere: l’ultimo colpo di coda di una squadra mai arrendevole. Il possibile 3-2 avrebbe potuto raccontare un finale diverso, ma questo non distoglie l’attenzione sul reale protagonista della gara: il Bari. Vero mattatore di un incontro quasi a senso unico e forse autore della migliore interpretazione della stagione. Balla copia di un campionato da correggere e realizzata nella gara più importante: quella dei playoff. Insomma, protagonisti annunciati e mancati: questo derby racchiude molti volti. Il Foggia però, non può e non deve essere riassunto in una singola occasione non concretizzata. Dal San Nicola i rossoneri escono vincitori. Una realtà consolidata in un lungo campionato e che ha spinto Marchionni &co. fino al secondo turno della fase finale. Punto massimo di una stagione da ricordare tra le pagine di storia e soprattutto per il futuro.

Frutto di una squadra costantemente alla ricerca di una continuità, attraverso alti e bassi che la caratterizzano: logica conseguenza per un gruppo voglioso di crescere.

Questo è il vero traguardo dei rossoneri. Un’insistenza spasmodica che ha trascinato i suoi tifosi a sognare oltre ogni limite. Virtù di una squadra che ha insegnato a stupire e delineato i confini di un percorso ancora tutto da percorrere. Ma questa è un’altra storia, oggi è giusto essere tristi. La cavalcata del Foggia termina qui. Ma sicuramente rivivrà ancora per molto, nei ricordi del tifoso già stanco di aspettare la prossima partita. In attesa di un domani ancora tutto da scoprire.