A Foggia parte la carovana dei miraggi, i fratelli della stazione ed il progetto su povertà e legalità, finanziato dalla Regione

a cura di Francesco Rinaldi, studente del Liceo Scientifico Alessandro Volta di Foggia

Morire come le allodole assetate sul miraggio, ma non vivere di lamento come un cardellino accecato”, sono gli immortali versi, densi e schietti, con cui il poeta Ungaretti presentò ad inizio‘900 la sua visione di miraggio, invitando l’essere umano ad agire, mettersi in moto, accendere una miccia nel proprio animo per far ardere lo spirito d’intraprendenza aleggiante sopito in ognuno.

 Ed è quello che l’associazione di volontari Fratelli della Stazione ha inconsapevolmente fatto con il progetto “La carovana dei miraggi”, decidendo di mettersi in moto con chiunque volesse unirsi alla loro ardita spedizione verso un miraggio e verso la visione di un equilibrio sociale più giusto e per l’antimafia sociale.

Quella dei Fratelli della Stazione è un’associazione che opera tra le realtà povere del territorio foggiano, muovendosi con una lanterna di speranza da oltre 15 anni, da quando, nel 2005, fu riconosciuta ufficialmente come associazione di volontariato ONLUS, avviando, a poco a poco, diverse attività a sostegno dei senza fissa dimora e degli invisibili della società, tra cui: un centro diurno, le unità di strada, il dormitorio, lo sportello legale e il giornale di strada.

Ora, l’associazione, presieduta da Leo Ricciuto, che coinvolge decine di giovani volontari, si sente pronta a cambiare il paradigma con cui opera sulle persone più fragile e sulle fasce più vulnerabili della comunità.

Per i Fratelli della stazione “cambiare paradigma” vuol dire: iniziare ad affiancare all’assistenza, la prevenzione.  Un progetto rivolto in particolare ai NEET, ossia: ragazzi che né studiano, né lavorano, e che sono maggiormente esposti a povertà e criminalità.

Le attività prevedono laboratori dinamici che intendono scuotere gli animi dei più giovani, rendendoli consapevoli alle difficoltà cui potrebbero andare incontro. “Non un percorso di mero indottrinamento, ma di consapevolezza”, spiegano, “una radicale presa di coscienza durante la quale gli educatori affiancheranno fraternamente i ragazzi. Le tematiche che si affronteranno saranno povertà, legalità, impegno civico e memoria”.

La carovana è in viaggio, un viaggio che ha lo scopo di restituire le storie delle vittime innocenti di mafia, donne e uomini normali, che non volevano certo diventare eroi ed alla fine del percorso sceglieranno da sè le storie delle vittime innocenti di mafia – anche grazie all’aiuto di “Educatori senza frontiere”, associazione che fa proprio del viaggio la stella polare della propria carovana di speranze.

Un progetto che si realizzerà con una reinterpretazione delle storie in chiave teatrale e che partirà a fine maggio per proseguire fino all’anno prossimo, quando ci sarà la rappresentazione teatrale di queste storie.

 Un piccolo gruppo, che include anche ragazzi che non rientrano nella categoria NEET, sempre nell’ottica di inclusività e condivisione, si è formato, si attende ora un’adesione a questa chiamata di riscatto ancora più ampia.

Il progetto è finanziato nell’ambito dell’Avviso pubblico Bellezza e legalità per una Puglia libera dalle mafie”, con cui la Regione Puglia ha selezionato interventi finalizzati a promuovere azioni di antimafia sociale attraverso iniziative che promuovono attività di animazione sociale e partecipazione collettiva di ricostruzione della identità dei luoghi e delle comunità; e si prefigura come un tassello in una visione progettuale più ampia da parte della Regione.

La carovana è in partenza, si allontana con il carico di speranze e volontà in sella ai dromedari, verso un miraggio armonioso che si intravede impreciso al di là delle dune, con la promessa fatta al cuore. Perchè quel miraggio si trasformi in concretezza. Un viaggio che partirà fine mese e che ripagherà anche delle lunghe attese imposte dalla pandemia.