Playoff Foggia: il 19 maggio per scrivere la storia…un’altra volta

Ormai ci siamo. La settimana che sta accompagnando il Foggia di Marco Marchionni, verso l’attesissimo derby contro il Bari di Gaetano Auteri è quasi giunta al termine. Una sfida importantissima di per sé, ma che oggi porta un valore aggiunto: il passaggio al prossimo turno dei playoff.

Un traguardo figlio del suo allenatore e dei suoi ragazzi, ma che sbatte casualmente su un altro grande evento del passato rossonero. Il 19 maggio rappresenta oggi, come per la storia, un giorno significativo per il Foggia. Un ricordo di felicità, lontano ormai trenta lunghi anni: la grande promozione in Serie A con Zdenek Zeman nel 1991. Il primo passo verso quella che diventerà Zemanlandia e che ha scritto alcune delle pagine più emotive della storia di questo club. Anche quella volta c’era di mezzo la Triestina. Già, proprio lei. La stessa squadra che ha visto scivolare dalle sue mani, la qualificazione al secondo turno dei playoff, contro la Virtus Verona (0-1). Una gara disputata nella giornata di ieri, dopo il rinvio forzato a causa del covid e che permette al Foggia di scendere in campo in un giorno tutt’altro che banale.

In questo caso una protagonista indiretta ma, ancora una volta, la Triestina si è trovata sulla strada dei rossoneri. In quel lontano 19 maggio del ’91, la partita terminò 5-1. I gol di quella giornata restano un’immagine vivida nei pensieri dei tifosi, come gli uomini che hanno segnato: doppietta di Roberto Rambaudi e tripletta di Francesco Baiano. Due eroi del calcio foggiano che, insieme a Giuseppe Signori, andranno a costituire il “Tridente delle meraviglie”. Una storia romantica, tratteggiata da una pesante malinconia, ma che riporta inevitabilmente alla realtà di oggi. Marchionni & co. sono chiamati ad un’altra impresa. Qualcosa di diverso rispetto a quel Foggia dei miracoli”, ma non molto distante dal significato stesso di tale soprannome. L’impresa di Catania ha permesso di brindare alla gioia, inneggiando a qualcosa di molto simile ad un miracolo. Conseguenze di una vittoria che ha scioccato molti tifosi ed alimentato una fibrillazione da derby quasi incontenibile.

La prestazione fragorosa messa in campo dal gruppo, ha stravolto il giudizio generale sui satanelli. Il ché ha riproposto la squadra, come vera mina vagante di questi playoff. Una considerazione figlia della grande vittoria, ma anche di un derby ancora tutto da giocare. Una situazione che pone le due squadre in un equilibrio precario. Il quale può essere spezzato da un solo protagonista: il gol. Il grande risveglio di Ibourahima Baldé e l’onnipresente Alessio Curcio, rappresentano le speranze di un intero popolo in trepidazione. Quello visto al Massimino è stato solo un accenno di ciò che sarebbe potuto essere e che invece non è stato.

Ma poco importa, il Foggia ha dimostrato di avere più di una voce nel suo coro. Il passato è ormai dietro le spalle di una squadra corsara e viva. Allora non resta altro da fare che aspettare il futuro, un’altra occasione per creare un ricordo. L’immagine di un presente vissuto, come quel 19 maggio di trenta anni fa. Un giorno per la storia, in attesa di un altro capitolo.