“L’Italia si Cura con il lavoro”, è lo slogan scelto da Cgil Cisl e Uil per la Festa dei lavoratori di questo anno per ribadire con forza che la ripartenza in sicurezza per il nostro Paese è possibile.
“In una fase difficile della vita del Paese, in cui c’è bisogno di ripartire nel segno dell’unità, della responsabilità e della coesione sociale, Cgil, Cisl, Uil – si legge in una nota congiunta – vogliono ribadire unitariamente il valore della centralità del lavoro, per ricostruire su basi nuove il nostro Paese ed affrontare con equità e solidarietà le gravi conseguenze economiche e sociali della pandemia”.
Una Festa dei lavoratori, quella di quest’anno dove il grande assente sembra essere il lavoro, come certificano i recenti dati Istat che registrano nel I trimestre 2021 un livello di occupazione inferiore dell’1,1% a quello del trimestre precedente, con una diminuzione di 254mila unità. Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione – registrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino a gennaio 2021 – hanno determinato un crollo tendenziale dell’occupazione (-2,5% pari a -565mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-353mila) e autonomi (-212mila) e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 1,1 punti percentuali.
Una situazione che in Puglia è ancora più pesante, come è emerso ieri nel corso della presentazione in diretta web dei dati del Rapporto BES, il “Benessere Equo e Sostenibile in Puglia tra pandemia e resilienza” elaborati da Cgil Puglia e Fondazione Rita Maierotti. Il BES è un indice statistico sviluppato dall’ISTAT e dal CNEL, per valutare il progresso di una società non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e ambientale ed è corredato da misure di disuguaglianza e sostenibilità, nel 2016 il BES è entrato per la prima volta ufficialmente nel calcolo del Bilancio dello Stato.
“La Puglia è entrata nella crisi pandemica già con evidenti fragilità sociali ed economiche e il report che abbiamo realizzato ci dice che si sono state inevitabilmente aggravate a causa dell’emergenza sanitaria” ha esordito il segretario generale della Cgil Puglia Pino Gesmundo, presentando lo studio. “Un dato su tutti: un pugliese su tre è a rischio povertà e questa condizione è figlia di un mercato del lavoro dove prevalgono settori a basso valore aggiunto, una domanda poco specializzata, salari bassi e tanto precariato” ha continuato Gesmundo.
Dalla lettura dei dati emerge che l’occupazione maschile in Puglia è del 64,8% (la media Italia è del 72%), quella femminile crolla al 35,5% facendo della nostra regione quella con il maggior gap di genere. Altro dato preoccupante è la quota di Neet, acronimo inglese con cui si indicano i giovani che non sono impegnati nella ricerca di occupazione o in percorsi di formazione, che in Puglia supera il 29%. “Lo scenario non è consolante e ancora non è del tutto chiaro lo shock che produrrà l’emergenza sanitaria che stiamo ancora attraversando” ha concluso il Segretario della Cgil Puglia.
Analoghe preoccupazioni sono state formulate da Carla Costantino, Segretario Generale della Cisl di Foggia che abbiamo raggiunto telefonicamente “Anche quest’anno vivremo il 1 Maggio senza le consuete manifestazioni di piazza. Noi domani (oggi, per i lettori, ndr) come Cisl di Foggia, saremo presenti con una piccola delegazione, nel rispetto delle norme covid, alla celebrazione eucaristica presso la Chiesa di San Giuseppe Artigiano di Borgo Tressanti che sarà officiata da Monsignor Renna, Vescovo della Diocesi Cerignola – Ascoli Satriano. Un luogo, Borgo Tressanti, che ha una valenza importante soprattutto per ciò che riguarda la tematica dell’inclusione sociale dei tanti lavoratori immigrati. Questa pandemia ha ancor più amplificato il difficile rapporto tra popolazione locale e immigrati come testimoniano anche gli ultimi episodi violenti che abbiamo registrato proprio in questi giorni. Dai dati elaborati dal nostro centro studi risulta che il 50% delle persone oggi in Capitanata è senza lavoro e sono 3.330 le aziende che hanno cessato l’attività in questo ultimo anno, con un tasso di riduzione di circa il 15% e se teniamo conto che nel 2008/2009 quando l’economia mondiale fu investita da una pesante crisi economica, si registrò qui da noi una riduzione delle attività lavorative di poco inferiore al 6%, ben capiamo la portata della crisi economica e lavorativa che stiamo vivendo e che inevitabilmente si ripercuote anche sulle dinamiche sociali del territorio”.
“Ora o mai più”, ha continuato Carla Costantino, “è stato questo il senso di un documento che ho inviato alle nostre forze politiche locali, affinché ci sia una assunzione comune di responsabilità per cercare di far fare quel salto di qualità necessario allo sviluppo del nostro territorio. Se non cresce il Sud il Paese intero non cresce, lo sentiamo ripetere da parte di grandi economisti, e oggi abbiamo l’opportunità di intervenire con serietà e rigore per rendere possibile il rilancio della nostra Capitanata grazie alle risorse che arriveranno dall’Europa. Occorre una cabina di regia che possa realmente dire cosa serve a questo territorio e al tempo stesso gestire la realizzazione degli interventi programmati. Il lavoro, rimane oggi più che mai la nostra sfida prioritaria”.
Dati e parole, quelli che abbiamo raccolto dalle forze sindacali pugliesi nell’immediatezza della Festa dei Lavoratori che ci rimandano l’immagine di un territorio ancora profondamente in crisi e che assumono una valenza di monito e sprone per le forze politiche ad ogni livello decisionale.