Tra i personaggi storici che sono stati vicini al Foggia per decenni, un particolare rilievo spetta a Enrico Rossetti, detto Leone, conosciuto nell’ambiente rossonero anche solo con il cognome: per tutti era solo Rossetti.
Negli ultimi anni stazionava stabilmente lungo la balaustra della tribuna centrale, correndo su e giù per seguire le azioni di gioco. Indossava sempre la maglietta rossonera, alcune volte anche tre, quattro, una su l’altra, da utilizzare all’occorrenza in occasione dei gol del Foggia.
Per le grandi occasioni, ai tempi della serie A di Zeman, Leone esibiva il suo eccentrico abbigliamento: giacca nera, pantalone rosso, camicia rossonera, cappello a cilindro nero con lo stemma del Satanello e infine, bastone nero con pomello rosso Dai tempi di Pugliese e Rosa Rosa in poi è stato sempre di servizio in campo, acrobatico raccattapalle, factotum, ma soprattutto grande tifoso del Foggia. Durante l’intervallo delle partite dava sfoggio delle sue non comuni doti tecniche, da autentico giocoliere con il pallone. Ed era uno spettacolo nello spettacolo.
Fra i tanti episodi divertenti legati a Rossetti, ricordo una sua espulsione in un Foggia-Sambenedettese della stagione di serie B 1982/83. Un campionato tribolato per i rossoneri, terminato purtroppo con la retrocessione in serie C. La partita si giocò il 23 gennaio 1983 e i Satanelli la affrontarono all’ultimo posto in classifica con l’esordio del nuovo allenatore Giorgis che sostituì Leonardi. La sfida era assai importante per i rossoneri che avevano l’obbligo di conquistare i due punti per dare ossigeno alla drammatica classifica e continuare a sperare nella salvezza. Il nuovo tecnico non riuscì a incidere subito sulla squadra che confermò le difficoltà in prima linea.
La gara era avviata quindi a concludersi a reti inviolate, quando a 180 secondi dalla fine un gran gol di Antonio Bordon sbloccò il risultato. Dopo aver festeggiato il vantaggio, come spesso avviene quasi a ogni latitudine, i raccattapalle sparirono dalla circolazione. Mancavano due minuti alla fine più il recupero per conquistare una preziosa e soffertissima vittoria. La Samb di Nedo Sonetti cercò di ristabilire la parità lanciandosi furiosamente all’attacco e i Satanelli si difesero disperatamente e per conquistare la posta in palio. Diede una mano anche Rossetti. Il pallone finì nel fossato sotto la tribuna est, allora chiamata solo gradinata, e lui, come al solito, con un atletico balzo andò a recuperare il pallone.
A quei tempi il pallone era uno solo, in casi eccezionali se ne utilizzava un secondo, custodito gelosamente dal magazziniere vicino alla panchina. Io e altri spettatori assistemmo a questa gustosa scenetta: Leone una volta nel fossato invece di rimettere in campo il pallone, si esibì in un lungo palleggio con i piedi. Non contento di questo, per guadagnare preziosi secondi passò a giocherellare con numerosi colpi di testa contro il muretto del fossato. L’arbitro insospettito dal ritardo per il recupero del pallone, si affacciò sul fossato e lo vide intento a indugiare con la palla. Fu inevitabile per Rossetti il cartellino rosso: attraversò il campo tra gli applausi dei tifosi della gradinata che avevano assistito alla scena.
Pochi secondi ancora di trepidante sofferenza peri tifosi e l’arbitro fischiò finalmente la fine dell’incontro: Foggia-Sambenedettese 1-0.
Merito del gol di Bordon, ma anche un po’ di Enrico Leone Rossetti.
Il suo giro di campo prima dell’inizio della partita era sempre salutato da una valanga di applausi. Che personaggio
Foggia – Fidelis Andria 2a1 con gol di Di Michele al 90esimo, Rossetti al gol si mise a correre come un pazzo col pugno alzato per tutta la tribuna con la maglietta di Di Michele..
Si fece 3-4 volte tutto il settore che all’epoca non aveva le divisioni..
Leone tutti i ragazzi della mia età che hanno frequentato lo stadio ti ricorderemo sempre con tanto affetto!