La sconfitta di Castellammare di Stabia, evidenzia un concetto chiaro: il Foggia c’è.
Una certezza che assume quasi i contorni del paradossale, se dovessimo leggere il risultato finale. Ma se Roma non è stata costruita in un giorno, lo stesso vale per la squadra di Marchionni. Tempo e pazienza sono alla base di un campionato tutt’altro che prevedibile. Una sorpresa che col tempo, ha assunto quasi i contorni di una normalità. Il ché la dice lunga sul grande lavoro svolto, dall’allenatore di Monterotondo.
Ma il risultato del “Menti”, riporta l’intero mondo rossonero, ad una più tangibile realtà. Il grande campionato dei satanelli, ha offuscato la percezione del reale processo di crescita, di una squadra in piena costruzione. La cui opera, ha subito notevoli battute di arresto, durante la stagione. Andando in ordine di tempo, l’ultimo ostacolo è stato il Covid -19. Un impedimento fisico e mentale, che ha provocato degli effetti non indifferenti sul gruppo rossonero e che oggi rischia di pagare un conto molto salato. Ma nonostante ciò, il Foggia non ha mai mollato. Una forza che appartiene a questa squadra e che le ha permesso di viaggiare sul difficile percorso della continuità. L’unico vero elemento determinante, nella conquista di un piazzamento playoff. Un sogno ad inizio stagione, ma che ora ha portato ad una solida realtà ben più complessa. Il 3-0 contro la Juve Stabia ha forse fatto toccare con mano, il muro dei limiti di una squadra arrivata al massimo delle sue potenzialità. Un vanto per i ragazzi di Marchionni, dimostrando ancora una volta, di essere un gruppo fatto non solo di titolari, ma di uomini coesi ed orientati verso una continuità da perseguire senza sosta.
Ma questo porta inevitabilmente a porsi una domanda.
Che Foggia sarà, quello di domani?
Trovare una risposta è sicuramente molto difficile, se non impossibile in questo momento. Gli scenari futuri, sono ostacolati da un pesante strato di incertezza e dubbi. Il ché non lascia tranquilli i tifosi rossoneri, ma permette loro di osservare meglio il presente. Il quale oggi, mostra una squadra alla fase finale dei playoff, un gruppo compatto che segue il suo allenatore ed offre alcuni spunti di dibattito che potrebbero delineare una prima parte di futuro. Già, proprio lui. Il principale responsabile delle diatribe tra tifosi e non solo.
Ma che al “Menti” ha dato segnali importanti o forse è meglio dire dei nomi in particolare: Di Stasio e Iurato. Due giovani talenti, che rappresentano perfettamente, le due facce della stessa medaglia. Da una parte la disinvoltura del centrocampista, dall’altra le difficoltà di un portiere alle prese con le sue insicurezze.
Una contrapposizione che rispecchia in pieno, quello che sono: giovani talenti alle prime esperienze. Due caratteristiche che insieme, possono decidere il futuro di un calciatore e di una società. Allora qui, potrebbero tornare utili le vere armi del Foggia di questa stagione: tempo e pazienza.
Elementi faticosi da ricercare e soprattutto da custodire. Ma sicuramente unici punti saldi per iniziare a delineare un futuro che, per definizione, appartiene anche ai giovani. I quali a Foggia, possono e devono avere un domani. In attesa che questo, mostri qualcosa in più.
Per quanto in futuro Di Stasio possa dimostrare di essere un portiere(al momento è molto acerbo per quel ruolo) sarà sempre un mediocre perché non ha la statura per svolgere quel ruolo. È basso. Sarà sempre sovrastato nelle uscite alte. Parola di ex portiere