I tifosi rossoneri, possono finalmente urlare: il Foggia è ai playoff.
Il traguardo raggiunto dai satanelli è qualcosa di clamoroso. Una sorpresa positiva, che ha polverizzato ogni pronostico di inizio stagione. Agli albori del campionato infatti, la squadra di Viale Ofanto non ha goduto delle migliori considerazioni. Un approccio dovuto perlopiù, dalle vicissitudini che hanno accompagnato l’inizio della stagione rossonera. I cambi di allenatore, una squadra da costruire in breve tempo e l’inizio di un campionato sempre più vicino, che non sembrava comprendere le necessità impellenti della squadra. Ma il tempo non ha avuto fretta e quello che ha raccontato è stata una storia diversa. Marchionni & co. sono riusciti in un’impresa dai contorni quasi epici e lo sprint finale che li attende potrebbe nascondere ancora qualcosa. Un’attesa che non logora ulteriormente i nervi dei tifosi, abituati ad una stagione tutt’altro che priva di emozioni. Ma ora bisogna godersi il momento e solo per un attimo guardare a quello che è stato. La vittoria contro il Monopoli ha rappresentato la chiusura di un cerchio, il completamento di un’opera iniziata il 14 ottobre 2020. Giorno in cui si è mostrato nella sua totalità, il principale protagonista della storia attuale del Foggia: Alessio Curcio. In quel lontano mercoledì, il bomber beneventano si è presentato allo “Zaccheria”, con la prima delle sue tante magie. Un tiro da fuori area, allo stesso minuto che porta sulle sue spalle e che ha freddato sotto l’incrocio uno sconsolato Andrea Spurio. L’estremo difensore di quel Bisceglie, che alla fine ha schiantato la truppa di Marchionni, con un sonoro 1-3. Ma ad oggi, poco importa. Quella conclusione incomprensibile di Curcio, viaggia ancora libera nei ricordi stagionali dei tifosi rossoneri. Una dimostrazione di qualità e determinazione, che si ripeterà per altre 11 volte (fino ad ora) per l’intero arco del campionato. Ma che soprattutto, fin da subito, ha scolpito nelle speranze dei supporter dei satanelli, il nome del loro punto di riferimento. Uno status, quest’ultimo, che ha riconosciuto anche il gruppo nel corso dell’intera stagione. Una dimostrazione di fiducia che, lo stesso giocatore, ha ripagato alla grandissima. Del resto a parlar per lui ci sono i numeri: un bottino fatto di gol e prestazioni. La parabola disegnata contro il Monopoli, rappresenta chiaramente, quello che continua ad offrire alla sua squadra: l’incisività. Una peculiarità che molte volte, viene minimizzata davanti ad un’occasione mal sfruttata ed esaltata inevitabilmente ad un gol da capogiro. Uno fra questi è sicuramente quello messo a segno contro la Turris, l’11 novembre 2020. Una rappresentazione massima di tecnica, coordinazione, istinto, di un rapporto intimo quasi segreto con l’oggetto del desiderio: il pallone.
Un eccesso di emotività, che trasmettono i grandi giocatori e che spinge a porsi una domanda. Come sarebbe andata, se non ci fosse stato Curcio? Una prima risposta, risiede naturalmente nei numeri. I 12 gol del bomber rossonero, hanno portato ben 19 punti al Foggia. Un dato significativo, che evidenzia il vero valore del suo apporto alla squadra: quasi sempre decisivo.
Infatti, prendendo in analisi solo le partite in cui è andato a segno, i rossoneri hanno quasi sempre fatto punti: le uniche due gare perse, sono state contro Bisceglie (1-3) e Catanzaro (2-1). Due sconfitte che risalgono addirittura al mese di ottobre, nel quale il Foggia era in piena costruzione. Un’incisività pressoché totale. Oggi senza Curcio, il Foggia occuperebbe una posizione ci classifica tutt’altro che tranquilla. Sottraendo i punti guadagnati con l’aiuto del bomber beneventano (19) a quelli attuali (50), il Foggia si troverebbe a soli 31 punti: poco sopra la Paganese, ferma a 30 ed alla 17esima posizione.
Una proiezione che lascia pensare, ma che entra inevitabilmente in contrasto, con quello che sarebbe stato, avendo un altro giocatore. Naturalmente dare una risposta in tal senso è impossibile e non interessa molto ai tifosi rossoneri: Curcio c’è ed è quello che conta. Quello che importa è il percorso fatto e ancora da fare.
La stagione del Foggia non è finita e quello che potrebbe succedere è nelle mani della squadra e nei piedi del suo capocannoniere…