Sono giorni ormai che non si sente parlar d’altro, ossia della cessione delle quote di Felleca & Pelusi ad un gruppo di imprenditori con a capo il tal Francesco Di Silvio, che già in passato aveva tentato di acquisire l’ex Foggia Calcio.
Sulla trattativa che – a sentire i diretti protagonisti – pare essere alle battute finali si sono già sprecate centinaia di parole, non solo da parte della compagine societaria, ma anche, come era logico attendersi, tra i tanti tifosi della squadra.
Vorrei non ripetermi sulle sensazioni che ciascuno di noi sta provando in questi giorni, soprattutto dopo aver assistito alla querelle societaria iniziata poco meno di un anno fa e che, di fatto, non si è mai conclusa, ma visto che in tanti hanno espresso un parere proverò anch’io ad interpretare l’attuale momento.
Non appena le ennesime voci di una possibile cessione della società sono trapelate, cui hanno fatto seguito prima le dichiarazioni della socia Dott.ssa Pintus e poi quelle dell’amministratore delegato dott. Pelusi, la domanda che ci siamo posti un po’ tutti è stata: “Ci risiamo?”
Che il Presidente fosse intenzionato a cedere le sue quote non se n’è mai fatto mistero. Anzi, è stato lui stesso a dichiararlo pubblicamente in più di un’occasione. I più attenti conoscitori della sua storia imprenditoriale e dei suoi trascorsi nel mondo del calcio hanno spesso ipotizzato che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. A luglio 2019, nel congratularmi via social con lui per aver rilevato il Foggia, scrissi che era stato bravo a “calare l’asso” Pelusi, e gli augurai di rimanere a lungo alla guida della società. Pur essendo consapevole di avere di fronte un imprenditore il cui fine economico è prioritario per definizione (la sua esperienza precedente con il Como Calcio faceva scuola), gli scrissi che, magari, avrebbe finito con l’innamorarsi di Foggia.
Un amore, quello tra Felleca e i foggiani, che, in effetti, è nato ma che è durato poco per poi consumarsi tra mille polemiche, rivendicazioni, atti intimidatori, finte riconciliazioni e ancora accuse reciproche che nemmeno gli ottimi risultati conseguiti dalla squadra hanno messo a tacere.
Che un giorno Felleca avrebbe ceduto le quote in cuor nostro lo sapevamo tutti. Che questa società non avesse la solidità economico-finanziaria per farci fare un ulteriore salto di categoria lo si immaginava, nonostante l’aver sempre ottemperato a tutti gli impegni. Che sia negli intenti del Felleca imprenditore acquistare una società fallita per poi riportarla tra i Professionisti e quindi cederla al fine di ottenere margini di profitto è cosa logica e prevedibile, ma quel che nessuno di noi poteva immaginare è il modo in cui saremmo arrivati a tutto ciò…
Siamo davvero all’epilogo? Pare proprio di sì.
Se da un lato la Dott.ssa Pintus si è affrettata a precisare che non fosse a conoscenza dei termini e delle condizioni della trattativa e di non aver conferito alcun mandato a cedere le proprie quote, dall’altro Pelusi ha prontamente ribattuto dicendo di averla messa al corrente dei fatti già ai primi di dicembre, allorquando la socia espresse il desiderio di trattare autonomamente la cessione delle sue quote; cosa che tra l’altro pare stia facendo oltre a valutare eventuali ulteriori proposte ricevute.
Giuro che, a sentirli, quasi non volevo crederci. Possibile che stessero facendo sempre gli stessi errori? Possibile che l’esperienza passata non avesse insegnato proprio nulla?
A parte le solite scaramucce interne, a volte ingigantite anche dalla libera interpretazione che ne viene fatta all’esterno, quel che mi ha lasciato alquanto perplessa è sentire da Pelusi, con riferimento alla Pintus, che l’altra componente della Corporate avrebbe deciso in autonomia cosa fare perché Felleca aveva comunque stabilito di uscire dal progetto.
Ora, che il Presidente abbia deciso di mollare il Calcio Foggia nulla quaestio, ma sul fatto che riesca a farlo senza polemiche nutro qualche riserva. Che cosa è cambiato rispetto alla trattativa con Follieri? Perché questa dovrebbe essere la volta buona se i vincoli che legano le parti sono pur sempre gli stessi?
Ricordiamoli brevemente. La società Calcio Foggia è controllata per il 20% da Davide Pelusi e per l’80% dalla Corporate Investments Group. A sua volta il controllo di quest’ultima è diviso al 50% tra Roberto Felleca (persona fisica) e MAP Consulting, società che fa capo alla Dott.ssa Pintus.
All’epoca di Follieri si parlò tanto di “diritto di prelazione”, quello che la Pintus avrebbe potuto esercitare per acquisire le quote del Foggia alle stesse condizioni concordate dal Presidente con il faccendiere, ma non se ne fece nulla. La Pintus decise invece di usare a suo favore una delle clausole inserite nello statuto societario, quella di “gradimento”, che di fatto vietava al Presidente di cedere le quote di proprietà del Calcio Foggia in mancanza del suo consenso. Questo accadde a luglio, in una fase ancora molto incerta, ma a settembre, con il Foggia in C, la situazione cambiò drasticamente, e mentre sembrava che qualcosa si stesse muovendo su quel fronte – ricordo a tal proposito le dichiarazioni possibiliste della Dott.ssa ai primi di ottobre – il Follieri aveva già preso il largo, deciso a fare un passo indietro.
Dicevamo: a distanza di mesi pare che la storia si ripeta, ma cosa è cambiato?
Innanzi tutto, l’interlocutore, che sembra essere più affidabile rispetto al precedente proponente, da sempre mal visto dai foggiani. Sul produttore cinematografico Di Silvio e i suoi potenziali soci si è già scritto e detto tanto, per cui per ora evito di entrare nel merito. Mi permetto solo di ricordare che, come Felleca & Pintus, anche lui a luglio 2019 presentò regolare manifestazione d’interesse per l’acquisto del Foggia Calcio non riuscendo nell’impresa per soli 50mila euro (della fideiussione richiesta a garanzia ne furono versati 450mila). Quali che fossero i motivi reali del diniego del Sindaco Landella non è dato sapere o forse sì, ma pare che ora anche l’ostacolo Coccimiglio sia stato superato.
Ad oggi le relazioni fra i soci del Calcio Foggia e con il possibile acquirente della società sembrano più trasparenti. I toni si sono mantenuti bassi con le notizie che sono venute fuori solo a trattativa quasi conclusa.
Intanto, è forte il desiderio e la necessità di vendere da parte di Felleca. Farlo adesso sarebbe la scelta migliore: la squadra è in crescita, ben posizionata in classifica e in salute; momentaneamente tranquilla anche la situazione finanziaria in vista dei prossimi impegni, quali i pagamenti degli emolumenti e le altre imminenti spese di gestione. Non sono previste entrate di rilievo nel breve e non ci saranno nemmeno nei mesi a venire, con il fondato rischio di stadi chiusi al pubblico almeno per tutto il campionato in corso e di sponsorizzazioni pressoché inesistenti. Allora perché investire altro denaro che non darà alcun ritorno? Perché intestardirsi ad operare su un territorio in cui tutti o quasi, a torto o a ragione, gli hanno voltato le spalle?
E torniamo al punto di partenza: cosa farà la Dott.ssa Pintus?
Se Di Silvio non è Follieri, se il Gruppo che rappresenta è solido (pare che alle spalle ci sia anche un Istituto di credito pronto a finanziare l’operazione) allora non ci sarebbero ragioni per non esprimere il gradimento.
Superato il primo scoglio si passa inevitabilmente al secondo: il diritto di prelazione. Felleca e Pelusi nei prossimi giorni dovrebbero comunicare formalmente alla Dott.ssa Pintus l’intenzione di cedere le proprie quote. Sul 20% di Pelusi non dovrebbero esserci grandi problemi perché dovrà rapportarsi solo con la Corporate, mentre, al solito, i dissidi potrebbero nascere tra Felleca e Pintus, che in quota pari al 50% controllano insieme, attraverso la Corporate, l’80% del Calcio Foggia.
A quel punto gli scenari potrebbero essere almeno due:
– Scenario 1. La socia di maggioranza non esercita il diritto di prelazione e cede le sue quote al soggetto acquirente (questo prevedrebbe un accordo preliminare tra le parti che però ancora non c’è), ovvero decide di rimanere all’interno della Corporate con una partecipazione al 50% (e in compagnia di nuovi soggetti con i quali dover trattare).
– Scenario 2. La Pintus decide di esercitare il diritto di prelazione ed acquisisce le quote di Felleca & Pelusi ma alle stesse condizioni di vendita pattuite dal Presidente con il proponente (e nel caso diverrebbe proprietaria al 100% del Calcio Foggia).
Dire che si tratta di una personale interpretazione dei fatti sostenuta unicamente da quanto letto e ascoltato in questi giorni mi sembra superfluo, mentre è evidente che siamo di fronte ad una strada già ben delineata.
Se non sarà Di Silvio ad acquistare il Foggia sarà qualcun altro per quanto all’orizzonte non vedo grandi margini di ripensamento. Quindi, se l’occasione è buona bisogna coglierla adesso e credo che ne siano tutti perfettamente consapevoli, Pintus compresa…