Finalmente si ritorna alla Zaccheria! Certo ancora senza pubblico, ma respirare l’aria di casa fa sempre bene.
Il Foggia lo fa dopo aver disputato e vinto le ultime due gare in trasferta (Monopoli e Paganese) e dopo aver trascorso una lunga pausa natalizia. Affronterà la Juve Stabia nel posticipo della 18a giornata di Lega Pro, lunedì 11 gennaio alle ore 21.00, una gara di cartello tanto da meritare la diretta televisiva su Rai Sport.
Andiamo allora ad analizzare nel dettaglio gli aspetti salienti della Juve Stabia, prossimo avversario del Foggia.
Costruita per vincere, stenta a decollare. I campani, retrocessi dalla B, non hanno mai nascosto la volontà di ritornare in cadetteria magari già da quest’anno, mentre i pugliesi, neo promossi dalla D, hanno sempre sostenuto di voler ambire ad una salvezza tranquilla. Nonostante gli obiettivi diversi e dichiarati a inizio campionato, sia Juve Stabia che Foggia occupano al momento le zone alte della classifica, che vede i Rossoneri al terzo posto con +27 e i Gialloblu distanziati di cinque lunghezze benché con una gara in meno per non aver ancora disputato il match contro la Casertana, causa i noti problemi legati al Covid che hanno afflitto la squadra rossoblu.
Vince con le piccole ma fatica contro le grandi. I 22 punti conquistati sul campo dalla Juve Stabia sono frutto di 6 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte (8 le gare interne e 7 quelle in trasferta). Fuori casa ha vinto una sola volta contro la Vibonese alla seconda giornata, ne ha pareggiate tre (Avellino, Turris e Catanzaro) e perse altrettante (Catania, Teramo e Bari). A differenza del Foggia, che è riuscito a fare risultato sia con le piccole che con le grandi (Bari e Palermo su tutte), la squadra campana ha conquistato l’intera posta in palio solo contro le squadre posizionate più in basso in classifica. Mai una grande impresa o una prestazione convincente contro le dirette concorrenti per la risalita in B (ad onor del vero incontrate per lo più in trasferta), sonora è la sconfitta persino al Menti di Castellammare ad opera del Palermo.
Uno dei peggiori attacchi ma una delle difese più solide del girone. In totale le Vespe hanno realizzato 16 goal (a fronte dei 23 del Foggia). Peggio hanno fatto solo Monopoli (15), Bisceglie e Casertana (entrambe 14), Paganese (13) e Cavese (10). Appena 13 invece i goal subiti (il Foggia ne ha presi 18), come Bari e Teramo, e seconda solo alla Ternana con appena 11 reti al passivo. Dieci i calciatori andati a segno finora: Romero e Mastalli i capocannonieri, entrambi con tre reti.
Cecchino degli ultimi minuti. Se da un lato la squadra in trasferta è andata in goal appena quattro volte, tanto da non destare eccessive preoccupazioni per la gara di lunedì, dall’altro va detto che oltre la metà dei goal totali sono stati segnati negli ultimi 10 minuti del primo e secondo tempo, recupero compreso. Quindi, vietato perdere la concentrazione!
E concludiamo con Pasquale Padalino, ex illustre di turno. Come calciatore fu tra i protagonisti indiscussi dell’indimenticabile Zemanlandia. Del Padalino “allenatore” si ricorda la storica promozione in C, seppure da ripescati, nell’annata 2012-13. Non volle credere al progetto di Di Bari & C. e ci lasciò nelle mani di un tal De Zerbi, che ha avuto il merito di contribuire alla rinascita del calcio in Capitanata nell’ultimo decennio.
Ma il nome di Padalino è legato anche ad un episodio triste che ha segnato la storia del Foggia: nell’anno della retrocessione dalla B e del fallimento che ne seguì, il Mister fu chiamato a sostituire, a dicembre 2018, Gianluca Grassadonia. In poco meno di tre mesi raccolse appena 12 punti in altrettante gare che gli valsero l’esonero tra mille contestazioni e recriminazioni e che riportarono in panchina lo stesso Grassadonia.
Clima surreale all’epoca che già lasciava presagire quel che sarebbe stato l’epilogo finale e di cui, forse, fui lui stesso vittima.
Tornerà quindi a calpestare lo Zaccheria, magari con un desiderio di rivalsa che di certo non lascerà trasparire. Verrà fuori, invece, ancora una volta la professionalità, la serietà e l’amore incondizionato per la sua città natale e la sua squadra del cuore, sebbene avversaria sportiva.