Come prima, più di prima: non è una barzelletta

La mattina del 1 gennaio credo di non essere stato il solo a svegliarmi con la recondita speranza che i buoni propositi e le richieste espresse alla mezzanotte, rigorosamente formulate nel rispetto di tutti i riti scaramantici conosciuti, lenticchie, acino di uva, indumento rosso indossato, bacio con rametto di agrifoglio che penzola sulla testa etc., possano essere state esaudite.  Una bella sensazione che ti fa tornare bambino, quando correvi la mattina di Natale a vedere i regali che si erano magicamente depositati sotto l’albero. Il tutto dura il tempo di un click, quello che ti serve per accedere alle pagine di internet e puff la magia svanisce e ti accorgi che tutto prosegue secondo la normale routine, anche peggio.

Come prima, piu’ di prima cantava Tony Dallara nei primi anni 60 anzi lo gridava nello stile proprio degli urlatori, e anche quest’anno abbiamo letto di nefandezze accadute nelle prime ore del nuovo anno che lasciano davvero senza fiato in gola. Mi limiterò ad elencarle in un ordine casuale di (de)merito, senza commentarle perché ogni commento risulterebbe superfluo e correrei il rischio di diventare offensivo e/o volgare. Ne riporterò solo alcune tra le tante (ahimè) lette sulle pagine dei giornali ad inizio anno.

Ecco la mia personalissima Top 5 di Capodanno

  1. Veglioni di Capodanno in barba ai divieti e ai DPCM: decine di feste in giro per l’Italia, quelle scoperte e chissà  quante realmente svolte. Bastava gironzolare sui social per vedere foto e video di questi eventi nonostante gli inviti, anche scritti, degli organizzatori a non diffondere immagini su internet ma si sa, se non posso postare neanche una foto sul mio profilo che ci vado a fare. Le cronache raccontano di episodi sanzionati a Milano, sul Lago di Garda in un resort extra lusso, in Toscana, a Perugia ed Assisi, a Teramo, a Nicosia etc.  La stupidità umana non conosce latitudine e leggiamo che anche in Germania, Spagna, Inghilterra e Francia sono stati organizzati dei rave party durati anche più giorni a cui hanno partecipato centinaia di ragazzi.
  2. Divelta e rubata a Milano zona Lambrate la targa del circolo di Rifondazione Comunista dedicata a Peppino Impastato. Tre giovani incappucciati, ripresi nel video delle telecamere di sorveglianza, decidono di terminare l’anno in questo modo e viene quasi da chiedersi perchè non abbiano deciso di aggregarsi ad uno dei tanti rave party in giro per l’Europa!
  3. Ogni città d’Italia ha celebrato il primo nato nel nuovo anno con tanto di foto in prima pagina sul giornale locale. Ma il diavolo ci mette lo zampino e la casualità e il multiculturalismo ha voluto che a Brescia sia nata Ayat, origini pakistane, in Liguria si è registrata una sfornata di bimbetti con genitori provenienti da altre Nazioni: a La Spezia è nata Morena, con la mamma di origini nigeriane, a Taggia Louis, di origini albanesi, a Genova al Gaslini Wilson Fabian, figlio di ecuadoriani, e al San Martino, altro ospedale del capoluogo ligure, Graeter anche lei di origini nigeriane. Apriti cielo! Sono piovute critiche da chi avrebbe voluto vedere in foto solo faccine bianche e rosee ma le statistiche ci raccontano che a fare figli sono prevalentemente gli immigrati, noi Italiani siamo troppo impegnati sui social, facciamocene una ragione!
  4. 1 morto e 79 feriti per i botti di Capodanno. Meno degli altri anni, ma sempre troppi soprattutto in un anno come questo dove un pò di sobrietà nei festeggiamenti sarebbe stata cosa gradita. Visti gli spettacolari e costosi fuochi d’artificio che hanno colorato alla mezzanotte i balconi di tante case in ogni città d’Italia, verrebbe da chiedersi: Quanti di questi petardi sono stati acquistati grazie ai ristori e al reddito di cittadinanza? Vabbè sono troppo cattivo e ognuno fa ciò che vuole dei soldi (sempre pochi) che ha in tasca.
  5. Fuochi e spari anche a Foggia, sempre tra le prime in Italia nella classifica dei botti sparati a Capodanno, ma in posizioni top solo in quella!. Anzi abbiamo voluto strafare e siamo balzati all’onore delle cronache nazionali per la ampia gamma (tutta documentata su internet, come conviene) di colpi di pistole impugnate indifferentemente da ragazzini e adulti, da adulatori della malavita foggiana a Presidenti del Consiglio Comunale, al grido di “Non è una barzelletta”. Ricordo che quando ero bambino un nostro dirimpettaio aveva l’abitudine di festeggiare il Capodanno impugnando il fucile, generando le urla terrorizzate di nonna che si prodigava a riportare velocemente in casa noi nipoti che eravamo sul balcone ad accendere i  nostri miseri bengala. Le cattive abitudini sono le più difficili ad essere cambiate. D’altra parte tante volte abbiamo letto e sentito paragonare la nostra città e la Capitanata ad un vero e proprio Far West e si sa che nel Far West “quando un uomo con la pistola incontra uno senza, quello senza la pistola e’ un uomo morto”, parafrasando la celebre citazione da un Pugno di dollari e a Foggia bisogna comunque viverci.

 Come prima, piu’ di prima…